(Efpi 2022)
Dieci tracce registrate come un unico flusso di coscienza in progress formano l’ultimo parto dei Let Spin: elegante quarteto british dedicato ad una mistura di post rock e free jazz mai troppo roboante. Il loro punto di forza, riscontrato già nei passati lavori (4 full lenght con questo più un paio di singoli all’attivo), e in particolare nel precedente “Steal The Light”, è una visione egualitaria del combo in fatto di composizione. Di fatti tutti i membri forniscono un personale contributo alla composizione dei brani in parti uguali e così via allo sviluppo delle parti più improvvisate. Loro sono Chris Williams al sax alto, Moss Freed alla chitarra elettrica e baritona, la bravissima Ruth Goller al basso e Finley Panter alla batteria. Il marchio di post rock in progress con brani che profumano di quella sensazione di perenne esplosione è impresso dalla partenza con When I Look Up, facendo risaltare spesso una matrice jazzy aritmica che ha una sua complessità e che amplia sempre di più lo sguardo, sciorinando verso un discreto politeismo stilistico (libertà espressiva, space rock, battute di basso pulsante, tempi asincroni della batteria). Tutto molto ma molto godibile. Per ora anche su Spotify gli ascoltatori mensili sono a stento 400 ma si spera che la densa scena europea jazzrock li prenda sempre di più in considerazione. “Thick as Thieves” colpisce inoltre per una tensione che dalla rincorsa alla ampiezza dei primi brani scivola sempre di più verso una fine riflessiva e a suo modo introversa dove la sperimentazione e l’improvvisazione combinata sfoderano il loro caparbio charme. Da provare.
Voto: 7