(RVNG 2022)
La musicista russa ci proietta in Giappone. Tra un quadro di Murakami e un tape di city pop, le influenze però si fanno meno evidenti e più radicali. I colori acrilico-vinilici della copertina del disco e i soggetti matissiani dipingono il volto dell’anima bella: un’individualità prettamente ideale, senza presa sul mondo. Se non che il mondo è fatto anche di anime belle, di ragazzi che vivono in camera e che leggono i manga. Come deve suonare la musica per costoro, ce lo dice proprio Kate NV: dove l’autoreferenzialità, per così dire, diventa ricorsività, ossessività, martellamento. E non è estraneo un certo minimalismo, per esempio echi delle marimbe di Steve Reich. Le sonorità glitch e midi vengono certe volte sormontate da linee soliste (sembra sempre midi, forse un qualche tipo di fiato elettrificato), come a dire che anche all’interno delle camerette, certe volte, arriva un soffio d’aria, un piccolo elemento naturale in un ambiente completamente artificiale.
E forse proprio questo dadaismo elettrico a tinte vivaci è cifra, ma anche limite, della costruzione musicale: si è increspata, rispetto a ìRoom for the Moon’. Risulta perfino confortevole, un divertissement, per un pubblico di hikikomori, ma alienante per chi ha bisogno di uscire, andare oltre i pattern.
Voto: 7/10