Quarto incontro – dialogo “virtuale” con i blog di musica presenti in ogni dove sul web.Questa volta, dopo l’intervista a Phil Freeman – Burning Ambulance (qui), base Stati Uniti, Uwe Schneider e Michael Göttert – African Paper (qui), base Germania, Mario Biserni – Sands-Zine (qui), base Italia, mi dirigo in Argentina per scambiare quattro chiacchiere digitali con Sergio Piccirilli, fondatore del blog musicale in lingua spagnola, dedicato alla musica jazz e sperimentale, El Intruso. Il sottoscritto da anni ha il piacere di partecipare per Kathodik all’Encuesta Periodistas Internacionales, appuntamento annuale promosso dal magazine, che coinvolge giornalisti e studiosi di Musica da tutto il mondo, invitati ad esprimere la loro classifica sugli artisti, gruppi, e altro dell’anno passato (qui quella del 2022). Chiaramente quando ho stilato la lista di blog da contattare, El Intruso è risultato tra i primi di cui volevo approfondire la storia. Sergio me l’ha raccontata con piacere, e io la giro a voi e vi invito a leggerla.
Qui trovate l’intervista in inglese
Come è nata la rivista on line?
La nostra rivista nasce come estensione di un programma radiofonico eccezionale, condotto dal mio collega e caro amico Marcelo Morales. L’idea originale era di trasferire lo spirito ed i concetti contenuti in quel programma nel formato on line. Questo nuovo progetto ha cominciato a concretizzarsi all’inizio del 2005 e a quel tempo ho avuto l’onore di unirmi al team di scrittura. Nel corso del tempo, la rivista ha ottenuto una visibilità internazionale inaspettata e la mia partecipazione è aumentata fino a diventare il direttore di El Intruso.
Quali spunti ci sono stati? A quali modelli si è fatto riferimento?
Non abbiamo mai avuto un modello da copiare o imitare, ma l’idea di cercare di diffondere e sostenere la creatività musicale in tutte le sue forme era sempre presente. Sottolineando, in particolare, quelle manifestazioni che per ragioni e cause diverse, non hanno avuto effetti o non sono state considerate dai media tradizionali. Forse questo spiega perché lo slogan originale della nostra rivista è stato (e lo è ancora): “l’altra musica”.
Perché avete scelto il nome ‘El Intruso’?
La spiegazione è abbastanza semplice. Il programma radiofonico che ha dato origine alla rivista è stato chiamato, appunto, ‘El Intruso’.
Nella rivista vi occupate prevalentemente di musica? Quali generi trattate?
La musica è sempre stata il tema principale nei nostri contenuti, tuttavia, nei primi giorni della rivista avevamo anche sezioni dedicate ad altri argomenti come la letteratura, per esempio. Oggi la musica occupa tutte le nostre pubblicazioni, ma i nostri lettori sanno che nei testi e nelle recensioni musicali che pubblichiamo possono trovare molteplici riferimenti ad altre discipline artistiche (cinema, pittura, letteratura, ecc.) o riferimenti ad argomenti essenziali per l’essere umano come la filosofia, la psicologia, la politica e la sociologia, tra gli altri. In altre parole: siamo appassionati di musica perché siamo appassionati di vita, quindi non ci può essere separazione tra l’arte del nostro tempo, il mondo che ci circonda e gli aspetti centrali della condizione umana.
Oltre al sito istituzionale siete presenti nei social? Se sì quali preferite usare?
Attualmente è difficile concepire lo sviluppo del lavoro giornalistico senza l’uso dei social network, ma non possiamo ignorare l’incidenza che la post-verità ha avuto nel campo della comunicazione e del giornalismo, così come nel campo della tecnologia correlata all’informazione. In questo contesto, oggi la verità sembra aver perso il suo valore, la qualità è stata sostituita dalla quantità, e il pensiero critico non ha molto spazio per svilupparsi. Tuttavia, tenendo conto di questi rischi e tenendo conto delle precauzioni necessarie, si può fare un uso appropriato delle reti e incorporarle come strumento per facilitare la divulgazione. In ‘El Intruso’, sulla base delle premesse di cui sopra, utilizziamo Facebook e Twitter da diversi anni e non escludiamo di incorporare altre piattaforme in futuro.
Vi siete fatti un’idea dei vostri lettori? Avete feedback da chi vi legge?
La caratteristica principale dei nostri lettori è la diversità. Diversità socioculturale, generazionale e persino linguistica. Infatti, sappiamo dell’esistenza di molti lettori che non parlano spagnolo e si prendono la briga di tradurre i nostri testi e pubblicazioni.
Avete in progetto un’edizione cartacea della rivista?
No, di sicuro no. Tuttavia, e in relazione alla mia precedente risposta, stiamo considerando la possibilità che ad un certo punto El Intruso avrà un’edizione multilingue.
Siete aperti a collaborazioni con altre riviste, on line/cartacee, associazioni, enti, ecc.?
L’idea di collaborare con altri media è sempre presente, ma la mancanza di tempo ne impedisce lo sviluppo. Negli ultimi anni ho ricevuto molti inviti, principalmente da musicisti che mi hanno invitato a fare “note di copertina” per alcuni dei loro album. E anche se l’ho fatto in casi specifici -come per l’album di Mary Halvorson ‘Meltframe’, per citare un esempio- vedo come improbabile la possibilità di dedicare del tempo a compiti estranei a El Intruso.
Progetti futuri oltre la rivista on line?
Simoen Kondev una volta disse: “Sento che ogni progetto su cui lavoro è un progetto da sogno, finché sto imparando”. In questo senso, per il mio futuro personale aspiro solo a poter continuare a sognare e ad imparare.
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