(AUT Records 2022)
Nessuna bugia, e nulla si nasconde. Non si nasconde che dal magma brulicante di una libera interazione musicale, anzi di uno svisamento che sembra procedere a tentoni, possa nascere un incalzante ritmato riff che si potrebbe forse cantare come un inno, dal quale fioriscono lancinanti soli dei fiati e momenti più ondivaghi con il piano in primo piano ((Malatesta); non si nasconde che la musica d’improvvisazione è favorevole e propensa alla festa e al girotondo e, ovviamente, anche a un pizzico di sano casino, sempre controllato e aperto a simpatiche derive dialogate (Lulé, Asibiri). Non mente, per niente, la musica del gruppo formato da Edoardo Marraffa (sax tenore e sopranino), Filippo Orefice (sax tenore), Nicola Guazzaloca (pianoforte e composizioni), Luca Bernard (contrabbasso), Andrea Grillini (batteria) e coadiuvato da altri validissimi musicisti in diversi brani – cito Christian Ferlaino (col quale non finirò mai di scusarmi per una cattiva, forse sbagliata?, ma sicuramente onesta recensione di qualche anno fa), il quale comincia la ruspante Pachenia/Pomposa scolpendo un beffardo e vivace riff con il sax baritono e, nella dapprima graffiante e poi solenne Junius, Francesco Guerri al violoncello, Federico Pierantoni al trombone (che suona anche in altri due brani) e Gianluca Varone all’elettronica. Anche la presenza di queste collaborazioni garantisce un sound capace di muovere dal nitido assolo solitario sino alla solidità orchestrale, passando per diverse strutture, settaggi e articolazioni. Il risultato è cristallino: un piacere musicale, vivo, intenso, agile e sempre sorridente. Se non sbaglio è la seconda prova del gruppo in sala di registrazione (almeno tra quelle da me recensite), ed è ancora il massimo dei voti. Complimenti.
Voto: 9/10