(Autoprodotto 2022)
La band newyorkese, dedita ad un cosiddetto punk crooner noir, pubblica questo nuovo lavoro composto da sette brani molto variegati.
Guidati da Ilya Popenko, poeta e cantante di origini russe, lunatico ed imprevedibile, i MM si muovono lungo le coordinate di un post-punk con molti addentellati, tra i quali riferimenti a performance teatrali e con testi che parlano di ansia sociale, esperienze migratorie, invecchiamento e recenti tendenze culturali.
Il disco parte con la title track, un rock tribale alla Tom Waits, ma ispirato da un’esibizione di New York City dei Blind Boys of Alabama. A seguire l’intrigante Monkey Boy, con un cantato da new wave anni ‘80, che evolve verso un pop esotico.
La grevità iniziale di Waiters contrasta con la seconda parte del brano in cui Popenko canta come un Nick Cave scanzonato. Il brano più caratteristico è il Beyond Repair (Junkyard), con un intro a cappella, cui fa seguito l’alt-pop di stampo britannico. L’unico brano che si apre completamente al rcok melodico è Joelene e con Cenotaph no. 8 il quintetto fonde magistralmente jazz e blues.
Voto: 7,5