(Cold Blue Music 2023)
Nell’intervista che Jim Fox ci ha gentilmente rilasciato qualche tempo fa (e che potete leggere qui: https://www.kathodik.org/2022/12/16/intervista-con-jim-fox-fondatore-e-direttore-della-cold-blue-music/), il fondatore e direttore artistico della Cold Blue Music individuava nel sound “pulito, evocativo e inusuale, dai contorni emotivi malinconici”, proprio dei compositori della California del Sud, una delle cifre salienti della musica prodotta dalla sua label. Ora, questa recente uscita dell’ormai storica etichetta americana esemplifica efficacemente questa caratteristica. Le due composizioni pianistiche firmate da Nicholas Chase (classe 1966) si contraddistinguono infatti per il suono liquido e sensuale, improntato a un impressionismo rarefatto che ha i suoi riferimenti in autori come Satie e Mompou, ma anche Feldman e Harold Budd. Se il primo brano vive dell’alternanza – dettata dall’intuizione, più che da un preciso piano formale – di accordi e frammenti melodici, inframmezzati da suggestive pause, nel secondo, più lungo brano (circa venti minuti di durata) che dà il titolo all’album, la musica sembra acquistare un senso di direzionalità – pur senza seguire forme di sviluppo classicamente intese – e profili melodici più chiaramente delineati. Anche il tono espressivo muta leggermente, e l’atmosfera introspettiva e lievemente malinconica si apre a qualche sprazzo di luce. Chase, come diversi altri artisti della Cold Blue, lavora di sottrazione, e la sua musica richiede una grande sensibilità per i dettagli e per le sfumature, timbriche ed espressive. Per sua, e nostra, fortuna, l’interpretazione di Bryan Pezzone è in tal senso mirabile, e ci regala un’esperienza d’ascolto immersiva ed evocativa.
Voto: 7/10