Lo studioso Marcus Boon, pubblica per la Duke University Press, questo libro in lingua inglese importante, denso e complesso. Praticamente la recensione potrebbe finire qui, con l’aggiunta di sperare in un editore italiano che si assuma il compito di tradurlo per il pubblico italiano. Ma non capireste perché il libro è importante, e quindi tranquilli sono qui per questo: andando più nello specifico il volume cerca di spiegare, analizzando la vita e l’opera di tre importanti compositori e compositrici, il cantante di uno dei sistemi della musica classica indiana, quella Hindustani, Pandit Pran Nath, la ricercatrice, filosofa, e compositrice svedese di drone Music, Catherine Christer Hennix e il produttore Hip Hop di Houston, Dj Screw, come la musica, spiegata attraverso svariati riferimenti ed esempi dell’arte e della poetica di questi autori, possa creare uno spazio vibrazionale capace di permettere una reale trasformazione individuale e collettiva.
La sua ricerca si inserisce nella serie di studi sulla vibrazione, intesa come concetto matematico e fisico, con svariati riferimenti a studiosi di spazio topologico come Guerino Mazzola, filosofi della Matematica come Fernando Zalamela, intesa come concetto psicologico, nel senso che determinati stati di coscienza indotti tramite specifiche vibrazioni possono portare a rimodulazioni della soggettività; vibrazione intesa come oggetto ontologico, capace di instradare una ristrutturazione della realtà quotidiana, in un continuo andirivieni di rimandi e collegamenti e riallacciandosi alle ricerche della filosofia Isabelle Stengers, vibrazione intesa come pratica cosmopolitica, capace di fornire gli strumenti per smascherare le pratiche di inclusione-esclusione, capace di fornire un cassetto degli attrezzi per forme di chiarificazione e di liberazione sia singolare che collettiva. Mi fermo qui, ho solo aperto uno squarcio sugli argomenti e le riflessioni che la lettura di Boon apre a chi si vuole approcciare anche perché anche io sto cercando di capire. Quindi accomodatevi, tenetemi compagnia e incrociate le dita.
Marcus Boon, The Politics of Vibration. Music as a Cosmopolitical Practice, USA, Duke University Press, 2022