(Glasstone Records 2023)
Per questo loro terzo lavoro i newyorkesi Sons of Venus hanno modificato approccio, in quanto hanno preferito non improvvisare, ma lavorare con più calma le parti degli strumenti e registrare per ultime le parti di basso e batteria.
In questo nuovo lavoro il trio ha impostato i brani sulla psichedelia, ma con un approccio ipnotico caratterizzato da un lato dalle chitarre taglienti e dall’altro da un’elettronica spesso avvolgente. In alcuni passaggi melodici evocano gli Spain e i brani sono accomunati da una riflessione spirituale su di noi come esseri umani, per cui inducono l’ascoltatore a porsi la domanda sul perché finiamo costantemente in una crisi mondiale dopo l’altra.
Il disco è composto di sei brani in tre quarti d’ora, per cui sono abbastanza lunghi con lunghe cavalcate psichedeliche.
Il primo brano, Dead Languages parte con una chitarra acustica in linea con quella utilizzata da Pete Townsheed in “Who’s Next” e continua con un viaggio simile a quello a ci hanno abituato negli ultimi anni i Motorpsycho. Con Guaranteed le sonorità virano verso un soft rock-blues da flower power con la batteria che ha una ritmica tendente al tribale.
Gli altri brani sono prevalentemente delle piacevoli ballate psichedeliche melodiche con The Art of Coincidence, che si differnzia per una coda prog nel finale.
Voto: 7,5/10