(PIL Official/Goodfellas 2023)
Il gruppo principe del primo post-punk, pubblica, a distanza di otto anni dal precedente disco, “End of World”.
L’ultima fatica della band capitanata da John Lydon, se da un punto di vista musicale è in linea con il post-punk, per quanto riguarda le tematiche si respira un’aria molto più malinconica del solito.
La motivazione di questo fattore è soprattutto la recente scomparsa, ad aprile, di Nora Forster, moglie di Lydon, che da tempo era malata di Alzheimer. Hawaii, strutturata su un morbido tappeto di tastiere, è il brano che l’ex Sex Pistols dedica alla moglie, nato per tentare di risvegliarla.
Decisamente più squadrati sono quasi tutti gli altri brani, che in buon parte sono divisi tra post-punk e p-funk.
Al primo gruppo appartengono la title-track, la perentoria Penge, Pretty Awful, che per la ritmica in alcuni frangenti richiama i Talking Heads, e Down On The Clown, con le belle chitarra larghe di Lu Edmonds e la base ritmica che tira sul post-punk.
Al secondo gruppo appartengono la vibrante Car Chase, Being Stupid Again, che evoca il primissimo post-punk, che si fonde con il p-funk e Walls, per il cui cantato rap si pensa agli Sleaford Mods, oltre a The Do That e L C F C. Con Dirty Murky Delight, invece, i P.I.L. si svincolano dal post-punk per lasciarsi andare completamente al funk.
“Endo of World” è nel complesso un lavoro, seppur poco innovativo, molto intenso.
Voto: 7/10