(NFR 2023)
In questa nuova, entusiasmante uscita discografica targata New Focus Recordings, il chitarrista e compositore americano Benjamin Verdery, in compagnia del quartetto d’archi Ulysses Quartet, esegue pagine intense e ispirate, per la maggior parte inedite, scritte – o arrangiate – per questo organico da autori contemporanei. Partiamo subito dall’eccezione, che è anche uno degli apici dell’intero Cd: sto parlando della Sonata, originariamente per clarinetto e pianoforte, del grande Leonard Bernstein. Si tratta del primo brano pubblicato (per l’esattezza, nel 1942) dal geniale direttore e compositore americano, di cui esiste anche una versione per orchestra, e ora questo arrangiamento – ad opera di Verdery – per chitarra e archi, che ne restituisce perfettamente quei tratti di spigliatezza melodica e brillantezza ritmica che saranno ulteriormente sviluppati nelle opere – principalmente orchestrali e teatrali – che negli anni a seguire consegneranno Bernstein all’olimpo della musica moderna. Il buon Lenny è comunque in ottima compagnia: a precederlo, il Quintet For High Strings di uno degli autori più eseguiti della sua generazione, quel Bryce Dessner noto ai più per esser stato membro dei The National, ma ormai da anni attivo principalmente nel campo della musica contemporanea, dove ha riscosso un notevole successo grazie a un affabile stile postminimalista, dai contorni melodici a volte venati di una soffusa malinconia, qui bilanciata da trascinanti spunti folk che, specie nella sezione finale, si incastonano alla perfezione tra i serrati pattern ritmici lungo i quali il quintetto si dipana. Oltreché come (ottimo) esecutore, Verdery è qui presente anche come autore, con un breve e commosso omaggio al compianto (anche dallo scrivente) Ingram Marshall, e soprattutto con il brano che dà il titolo al Cd, A Giant Beside You, le cui atmosfere corrosive e ricche di un’energia debitrice del rock fanno pensare a certi lavori di un altro grande chitarrista (nel suo caso, elettrico) e compositore americano, vale a dire Steve Mackey. Col brano successivo ci spostiamo idealmente nell’America del Sud, di cui la Andean Suite di Javier Farias richiama immagini e atmosfere – ora dolenti, ora festose e vitali – rielaborando con grande fantasia timbrica e ricchezza polifonica spunti tematici e ritmici boliviani, peruviani e argentini. La “Diablada” con cui la Suite giunge al termine, conclude nel modo più colorato ed eccitante questo appassionante viaggio sonoro, condotto magistralmente da Verdery insieme ai giovani e “agguerriti” musicisti (per la maggior parte donne) del quartetto Ulysses.
Voto: 8/10
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