(Carton Records 2023)
Nati nove anni fa, grazie al batterista Sébastien Brun, i Parquet si differenziano dagli altri gruppi, perché suonano techno con gli strumenti. Tuttavia, un esperimento simile lo fecero The Dirtbombs nel 2011 con “Party Store”, ma la differenza è che i Parquet non vengono da un background garage-blues, per cui le sonorità sono totalmente pure nel tiro techno e dance.
Una prima versione di questo disco era stata registrata nel 2019, ma è andata perduta durante un furto informatico. Per fortuna che la band non si è data per vinta, così ha deciso di creare una nuova versione del loro album, accettando l’idea che non tutto può essere controllato.
Il disco non è un monolite, ma è molto variegato, inoltre, emergono di tanto in tanto elementi di indie-rock degli anni ‘90, come il d’n’b dell’Intro, che poi evolve, verso l’electro-pop, o gli spunti di math in Miami Vice, fino al noise presente nei riverberi di Brute. Accattivanti poi sono il funky scheggiato e rallentato di Parotia e l’avant-rock di Mud.
Voto: 7,5/10