(Luce Sia 2023)
Registrato in casa nel 2020, quando il mondo si richiudeva su se stesso, il nuovo album del veterano Daniele Ciullini, riporta all’oggi, ruggini e detriti di matrice post-industrial.
Otto movimenti di lunghezza contenuta, concettualmente prossimi alle scorribande d’inizi ottanta (“Domestic Exile”).
Il panorama circostante è quel che è, dirgli deprimente è fargli complimento di quelli belli, Ciullini lo inchioda al muro, armeggiando con field recordings, strumenti giocattolo, onde radio, nastri e qualche altra scoria.
Dunque, distese sfrigolanti, minacciose ed evocative (Work Addicted), grigie nubi in inquieto coagulo (One Tought, One People), inpanicamenti collettivi e scansioni d’altri tempi che non dimostran età (Mass Loneliness), stasi in loop, di metallico percuotere con i sensi all’erta (Outlawed Thinking / Boxed Sheeps), per concluder, in crudo dissolvimento minaccioso e raschiante (Hate, Hate, Hate).
Voto: 8/10