(Fire/Goodfellas 2023)
Kristin Hersh è stata una delle principali icone dell’indie-rock tra gli anni ‘80 e ‘90 con i Throwing Muses, quartetto che aveva trovato nel confine tra post-folk e post-punk la sua cifra stilistica. I TM, inoltre, sono stati uno dei più fulgidi esempi di gruppi che si sono resi indipendenti e che hanno rifiutato il perverso mondo delle major. Influenzati da Violent Femmes e Talking Heads, si sono poi evoluti entrando nell’Olimpo dei gruppi del pop-punk e dintorni di cui facevano parte anche Pixies e The Bredeers. Insomma, spero che per chi non conoscesse Hersh si sa fatto un’idea della sua autorevolezza.
‘Clear Pond Road’ è il suo nuovo disco da solista, suonato interamente con la chitarra acustica, anche con 12 corde, con ottimi arrangiamenti grazie agli interventi di archi, un mellotron e qualche flauto. Si tratta dunque di dieci brani che sono dolci, ma nei quali emergno alcune istanze post-punk, seppure mediate dalla ballata acustica.
Resta fedele all’approccio punk nei testi, nei quali è sempre immediata e non usa orpelli o giri di parole. Nella romantica Eyeshine la cantautrice, infatti, si diletta a creare dei contrasti per sottolineare la potente fragilità che sottende un vera canzone d’amore. Un approccio simile emerge in Ms Hara, spigolosa, graffiante e scheggiata, ma allo stesso tempo corale.
Questo disco affascina, anche perché evoca i dischi acustici dei gruppi grunge.
Voto: 8/10