(Neuma Records 2023)
A ulteriore riprova della vivacità della produzione contemporanea americana per compagini orchestrali, giunge questa nuova pubblicazione della Neuma Records, che ci presenta le prime due sinfonie del compositore (nonché teorico della musica) Evan Ware, scritte tra il 2014 e il 2019. Nessuno dei due lavori segue lo schema formale classico della sinfonia, a dire il vero. La seconda sinfonia si compone di sei movimenti, tre notturni orchestrali intervallati a tre brani per voce e orchestra. Una struttura che fa pensare allo Shostakovich della sinfonia n.14, cui questo lavoro si avvicina, a mio avviso, anche per la cupezza delle atmosfere evocate – sebbene non manchino momenti di distensione e di “luce” – e per un linguaggio armonico a volte spigoloso. Ancor più singolare è la struttura della prima sinfonia, che consta di un unico movimento (sebbene siano ravvisabili delle sezioni interne che ne scansionano lo sviluppo) della durata di circa 30 minuti. Il drammatico evento personale che ha ispirato questo lavoro – di cui l’autore parla nelle note introduttive – ne determina il carattere introspettivo e tormentato. Se l’inizio è misterioso, quasi sussurrato, col passare dei minuti la tensione gradualmente sale, erompendo in passaggi dissonanti, dalle sonorità stridenti e percussive. Il contrasto tra sezioni animate e ricche di pathos ed altre più statiche e contemplative si trascina fino alla conclusione, segnata da armonie infine concilianti e sonorità luminose. Un modo, quanto mai efficace, per simboleggiare il superamento del trauma, e più in generale per infondere, in chi ascolta, un sentimento di speranza, anche di fronte alle avversità che ciascuno di noi incontra nel proprio cammino.
Voto: 7/10