(Discus 2023)
La copertina dell’album accattivante e un tantino aggressiva farebbe pensare a un contenuto sonoro altrettanto vigoroso. Non è così. L’album doppio propone una musica che funziona bene come sottofondo, ma, attraverso tutti e due i suoi dischi (registrati rispettivamente nell’agosto e nel settembre 2022), per quanto a tratti aspra, è per lo più sfilacciata, stiracchiata, e un po’ troppo melensa. Troppo ripetitiva. Gli interventi della voce di Keith Jafrate (autore delle composizioni e qui attivo anche con i sassofoni) in alcuni brani (ad esempio in A dream where birds dream) suonano inoltre superflui: la sua voce francamente non è un granché. Insomma, a parte poche occasioni (segnalo le due versioni, una per disco, di Cesare ha detto e Straight Up Ahead, che presenta un incipit robusto con la chitarra elettrica distorta in primo piano), l’’Uroboro’, il serpente che si morde la coda, non morde e non graffia; insomma non incide, e ahimè finisce per annoiare. Gli altri musicisti, che supportano il leader definendone le composizioni con esecuzioni in gran parte improvvisate, sono Andy Champion (basso), Laura Cole (piano, tastiere), Anton Hunter (chitarra, elettronica), Johnny Hunter (batteria), e John Pope (basso ed elettronica).
Voto: 4,5/10