Terzo appuntamento dedicato alla scoperta, attraverso le interviste, di centri, associazioni, istituzioni presenti in Europa e in giro per il mondo, dedicati alla conservazione, allo studio, alla produzione e alla diffusione delle fanzine. La prima intervista è stata con gianLuca Umiliacchi, fondatore dell’Archivio Nazionale Fanzine Italiane – Fanzinoteca d’Italia 0.2 – Centro Nazionale Studi Fanzine, Italia (qui); la seconda è stata con Andrew Hales, curatore de La Fanzinothèque de Poiters, Francia (qui); la terza è stata con Nicolas Groilleau, co-curatore de La Petite Fanzinoteque Belge, Belgio (qui). Ora ritorno in Italia per intervistare il team dietro al progetto Zines: autoproduzioni e fanZINESteca, a Palermo. Ringrazio Christian Schmidt, dell’Archiv der Jugendkulturen di Berlino, che mi ha segnalato questo interessante progetto, di cui ho voluto subito sapere di più. Come sempre vi invito alla lettura, e poi appena potete ad andare di persona a scoprire o riscoprire questo progetto dedicato mondo fanzinaro e delle autoproduzioni.
Come nasce il progetto ZINES?
Zines è nato nel 2019 da un’idea di Miriam Iervolino, Luca Lo Cascio (Block Design) e Lino Ganci; nel 2020, Église si è unita, e oggi queste due realtà palermitane, ovvero Block Design ed Église continuano a sostenere Zines.
Attualmente, l’organizzazione è nelle mani del collettivo composto da Iole Carollo, Lino Ganci, Miriam Iervolino, Luca Lo Cascio, Simona Scaduto e Peppe Tornetta.
Dove si trova?
A Palermo.
Come si struttura il Festival di autoproduzione?
Le nostre porte sono sempre spalancate per accogliere chiunque creda nell’autoproduzione e sposi il concetto di Do it Yourself. Le date del festival, che si svolge ogni settembre, sono rivelate nel corso dell’anno attraverso i nostri canali ufficiali: sito web, Instagram e newsletter.
A maggio lanciamo la call per le iscrizioni, senza selezioni o quote di iscrizione. Non richiediamo alcuna quota di iscrizione e non tratteniamo percentuali sul venduto, perché qui siamo tutti sulla stessa barca dell’indipendenza! Abbiamo banchetti, sedie, luci e tutto ciò che serve per rendere Zines una festa memorabile. Il festival dura un paio di giorni, dagli orari flessibili, dove ogni singolo espositore, sia esso un singolo autore o una piccola casa editrice, può esprimere la propria passione per le fanzine.
Zines è un festival libero e gratuito, ma questo non significa senza spese; infatti durante l’anno ci autososteniamo attraverso dei workshop e la vendita del merchandise.
Come nasce la Fanzinoteca Zines, o meglio la fanZINESteca?
La FanZINESteca è il cuore di Zines. L’abbiamo inaugurata nel 2021 è uno spazio gratuito, a cui abbiamo dato esistenza grazie alle donazioni spontanee che Zines ha ricevuto in questi anni. Le prime tre edizioni del festival le abbiamo interamente gestite noi, ognuno di noi, così Block Design ed Église, ha invitato un autore o un’autrice, una casa indipendente che realizzata anche fanzines, ed è proprio nel 2021 che abbiamo ricevuto alcune copie in dono tra quelle non vendute. Così, abbiamo deciso di fondare la fanzinoteca che si va arricchendo di in anno in anno.
Che tipo di fanzine ha in archivio?
Abbiamo diversi tipi di fanzine, in realtà anche piccoli libri ma sempre creati da autori e autrici e case editrici indipendenti, abbiamo illustrazioni, brevi racconti, guide e, per lo più, fanzines fotografiche.
Come viene rifornita la collezione? Vi muovete per andare alla ricerca oppure le nuove e vecchie fanzine vengono inviate direttamente a fanZINESteca?
Le fanzines vengono a noi 🙂
Nel corso dell’anno riceviamo donazioni, spesso da persone che frequentano il festival a vario titolo, ma la maggior parte arrivano con il festival. Infatti, diamo la possibilità di essere presenti a Zines anche senza esserlo, per chi abbia voglia può spedirci una copia delle proprie produzioni e noi, durante il festival, le esponiamo e poi, liberamente, ci vengono donate. Ci teniamo a dire che ogni donazione è preceduta dalla compilazione di un modulo, che tutela gli autori e le autrici, nonché le case editrici, e a noi garantisce la possibilità di rendere fruibili le zines e, inoltre, di poterle anche esporre in eventi organizzati da Zines o dai fondatori del festival.
Come si può fruire fanZINESteca?
La FanZINESteca per noi è uno strumento di incontro, crescita sociale e intellettuale; una biblioteca “alternativa” in cui è possibile consultare dei lavori editoriali per ricerche, tesi, progetti o per sola passione personale. Quindi, è fruibile liberamente all’interno di Église, dove è già una biblioteca fotografica aperta al pubblico, in uno spazio non grandissimo ma accogliente e dove sono delle postazioni di consultazione comode. Ci sono dei giorni di apertura (il martedì, il mercoledì e il giovedì tutto il giorno), ma siamo disponibili su appuntamento, basta scrivere a Zines o a Église direttamente.
La fanZINESteca è in contatto con altri archivi, musei dedicati alle fanzine? Ad esempio l’Archivio Nazionale Fanzine Italiane – Fanzinoteca d’Italia 0.2 – Centro Nazionale Studi Fanzine, oppure La Fanzinothèque de Poiters, France, o La Petite Fanzinothèque Belge, o ancora la Fanzinoteca del Museo Universitario del Chopo in Messico, o ancora l’Archiv Der Jugendkulturen a Berlino, in Germania?
Attualmente, siamo in contatto con Christian Schmidt dell’Archiv Der Jugendkulturen che abbiamo conosciuto la scorsa estate, era in vacanza in Sicilia e ci siamo incontrati.
Con le altre realtà, certamente, ci metteremo in contatto, dalla fine di quest’anno, siamo ancora “piccoli” e stiamo definendo ancora alcune cose. Abbiamo, finalmente, finalizzato il sito di Zines e lì abbiamo caricato il catalogo delle fanzines che abbiamo.
Ha ancora senso parlare di fanzine cartacea in un mondo sempre più digitalizzato? Prevedete in futuro di archiviare fanzine in formati diversi dal cartaceo?
Sì, ha senso ancora parlare di fanzine cartacea, per noi è un assoluto sì. Zines è stata fondata dai titolari di una tipografia digitale, da un gruppo di fotografi che ancora scattano in analogico e che, comunque, stampano pure le foto digitali e un calligrafo, il cui spazio creativo è fisico. Per noi la matericità della carta è importante, così come il conoscersi e stare insieme dal vivo.
Zines è un’occasione per conoscere persone con gli stessi valori, gli stessi desideri.
Il nostro festival unisce e connette realtà ed appassionati al mondo della carta stampata, senza essere compromesso da aspettative, concorrenze o vincitori di qualche tipo.
Non abbiamo mai pensato all’archiviazione di fanzines non cartacee, più che altro perché non si è presentata l’occasione, quindi mai porre limiti alla FanZINESteca!
Dal vostro punto di vista “privilegiato” come viene recepita la fanzine cartacea in Italia? Quali generi secondo voi hanno un maggiore impatto sulla società che fruisce la fanzine?
La fanzine cartacea in Italia è spesso accolta come una forma d’arte alternativa e autentica, in grado di esplorare tematiche al di fuori dei canali mainstream e di offrire uno spazio di espressione libero. La sua ricezione può variare notevolmente, ma molte persone apprezzano il suo carattere tangibile e lontano dalla digitalizzazione eccessiva.
Quanto ai generi con maggiore impatto sulla società che fruisce la fanzine, è difficile generalizzare, poiché il suo fascino risiede spesso nella diversità di voci e argomenti trattati. Tuttavia, generi come il fumetto indipendente, il reportage sociale, la critica culturale e le tematiche legate all’attivismo hanno dimostrato di avere un impatto significativo, contribuendo a creare un dialogo critico e stimolante all’interno della società.
Dal nostro punto di vista, la fotografia occupa un ruolo significativo nelle fanzines cartacee, offrendo un medium visivo che può catturare ed esplorare aspetti della realtà in modo unico. Le fanzines fotografiche spesso presentano prospettive alternative, storie personali e sperimentazioni visive che ampliano il concetto di narrazione visiva. L’approccio creativo della fotografia all’interno delle fanzines contribuisce a un dialogo estetico e concettuale che va oltre le convenzioni, stimolando la riflessione e l’interpretazione.
La fanZINESteca è presente sui social media?
Sì e no, chiaramente ne parliamo e, quando possibile, la condividiamo, ma finora non abbiamo mai condiviso le singole fanzines, rimandiamo al catalogo sul nostro sito. Anche in questo, l’approccio che abbiamo è di tipo “analogico”, la fanzinoteca è tangibile, le fanzines hanno un peso, una texture, un odore, preferiamo quando le persone vengono a visionarle in fanzinoteca o durante gli eventi.
La fanZINESteca è aperta a collaborazioni con associazioni, enti, ecc. ecc.?
Certo.
Inevitabile domanda finale: progetti futuri come un documentario che racconti la storia del progetto ZINES, oppure un libro o altro?
Non abbiamo progetti, ma sogni! Raccontiamo la storia di Zines ogni volta che facciamo l’accesso all’account di Instagram, lì si può apprezzare anche la sua evoluzione, si può percepire anche attraverso il sito, dove abbiamo usato un linguaggio il più inclusivo possibile. Sicuramente, faremo delle pubblicazioni marchiate Zines, ma dedicate a progetti che ruotano intorno al festival, ne abbiamo una in progetto che uscirà proprio per la prossima edizione di Zines. Qualcuna dedicata al festival in sé… può darsi, magari dedicata alla comunicazione grafica!
Link: ZINES Palermo Home Page
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