(Aut Records 2024)
Il trombonista Matteo Paggi viene dall’entourage di Enrico Rava, e dimostra comunque una personalità molto marcata che lo porta a incisioni molto originali come questa, realizzata in studio in Olanda ad Amsterdam.
Con un gruppo eterogeneo costituito da Iara Perillo al flauto, Irene Piazza al violino, Anja Gottberg al contrabbasso, Anton Sconosciuto alla batteria e Mona Creisson al violino sul brano Morire con la sabbia fra le dita Paggi decide di abbattere gli steccati fra i generi lasciando a ciascuno dei musicisti la libertà di esprimersi all’interno di un collettivo che segue le sue direzioni per quanto riguarda la composizione l’improvvisazione.
Fra momenti etno, musica jazz e classica, passaggi scritti ed altri improvvisati, la band lascia un impatto sull’ascoltatore in quanto volutamente sfugge ad ogni genere..
I brani sono sei, si apre con La gente in discoteca nel futuro, un brano senza un ritmo elettronico a chiamare gli utenti in pista, ma che subito impressiona per la densità del costrutto.
Un disco speciale, sicuramente non banale, che realizza in modo compiuto le idee del leader.
Voto 9/10