Keiji Haino ‘Even More Beautiful Skepticism’ live all’Ex Gam, Bologna 21 aprile 2024

Basta una telefonata di un sodale del vostro Kathodik Man e in un attimo via sulla strada, direzione Bologna. L’evento è eccezionale, la presenza del musicista nipponico, gigante del japanoise, Keiji Haino che presenta, su invito dell’organizzazione culturale Xing, unica data italiana, ‘Even More Beautiful Skepticism’ sound performance per voce, chitarra elettrica ed elettronica, alla Ex GAM, un nuovo Hole di Xing, formato che sperimenta l’occupazione e attivazione di luoghi non istituzionali come ridefinizione temporanea di uno spazio pubblico. Arriviamo leggermente in anticipo, non si sa mai, e ci mettiamo ad aspettare (ph. home Luca Ghedini, courtesy Xing).

ph. Luca Ghedini, courtesy Xing

All’inizio lo spazio, una grande stanza aperta in alto e tutta dipinta di bianco, (che è stata la Ex Galleria d’Arte Moderna di Bologna sino agli anni ‘2000) con al centro il palco attorniato da amplificatori, mi sembra non molto congeniale come situazione da concerto, ma tempo pochi minuti mi devo ricredere perché lo spazio diventa perfettamente funzionale alla performance di Keiji Haino. L’artista giapponese, lunghissimi capelli bianchi, occhiali da sole, completo rigorosamente nero, si divide tra l’elettronica, dove, sorta di mago Merlino del suono, miscela i suoni con perizia, canta,

urla, declama, intrecciando le sue parole con potentissime bordate di suono sotto forma di algidi blocchi di rumore che si infrangono sul pubblico posto di fronte in ascolto, salgono in alto e si disperdono tra le colonne della stanza, e la postura davanti al microfono, dove accompagnato dalla fedele chitarra, attraverso la sua voce chiama a raccolta gli spiriti del canto e del suono per accompagnarlo in questo incredibile viaggio musicale.

Senza un cedimento, un momento di stanca, neanche a pensare, no a concettualizzare un’idea del genere, i vari momenti del concerto scorrono fluidi, “rumorosi”, Keiji Haino è magnetico, viscerale, fondamentalmente ancorato alla ritualità della comunicazione ed espressione attraverso il suono manipolato, “aggregato”, piegato alle sue volontà. Per un’ora e mezza, non un minuto di più non un minuto di meno. Il concerto finisce quando il rito si è compiuto, e la catarsi è completa.

Il vostro Kathodik Man riesce poi a fare la foto di rito con questo incredibile maestro delle cerimonie, poi via verso casa per nuove avventure soniche. Ma l’esperienza vissuta e udita attraverso la potentissima performance di Keiji Haino continua a presentificarsi anche durante la notte. Il giorno dopo, l’elaborazione di questo rito catartico mi permette una specie di “reset esistenziale” che mi proietta verso un nuovo giorno, facendomi toccare con mano la capacità curativa della musica.

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