(Losen Records 2023)
Licenziato dall’etichetta norvegese Losen Records, questo CD è il frutto dell’incontro – dapprima virtuale (in pieno lockdown da pandemia), e poi, finalmente, reale – tra due musiciste i cui percorsi artistici, pur differenti, trovano un punto di incontro nella vena sperimentale e nell’apertura verso linguaggi e sonorità di vario genere. Se la violinista Virginia Sutera ha ottenuto un vasto riconoscimento grazie al progetto di improvvisazione colta “Anser”, portato avanti insieme al pianista Alberto Braida, la polistrumentista Sara Calvanelli (la quale si serve tanto del suo strumento d’elezione, la fisarmonica, quanto dei sintetizzatori, della propria voce, e di vari strumenti a percussione) può parimenti vantare un percorso ricco di esperienze che vanno dall’improvvisazione alla scrittura per il teatro. Dopo essersi scambiate idee musicali a distanza, le due musiciste hanno registrato dal vivo questa loro performance intitolata ‘Ejadira’: un lungo, ininterrotto flusso improvvisativo, articolato in sei tracce/movimenti, che prendono le mosse da sonorità dense e magmatiche, da atmosfere incerte e nebulose, che possono poi prendere le più svariate direzioni. Talora si permane in territori armonici dissonanti, che evocano scenari misteriosi e un po’ sinistri. In altri casi (penso ad esempio a Ejadira II e IV) la materia sonora tende gradualmente a divenire più fluida, espansiva e accogliente. Gli episodi migliori sono a mio avviso quelli in cui, dallo sfondo armonico (e atmosferico) così disegnato, affiorano idee melodiche e trame ritmiche imbevute di reminiscenze folk, che possono anche spingersi fino a energiche e vivaci danze. Percorsi multiformi, dunque, che le due bravissime musiciste sviluppano con fluidità, sintonia reciproca e naturalezza, anche quando sembrano pervasi da un senso di (rapinosa) ineluttabilità. Un’alchimia spirituale, la loro, che è anche timbrica, nella misura in cui il violino di Virginia Sutera si intreccia, si sovrappone, e in certi momenti si fonde con la voce, la fisarmonica, i loop elettronici (ma anche il cajon e l’harmonium indiano) di Sara Calvanelli, arricchendo di ulteriori colori e suggestioni questo loro (e nostro) viaggio musicale già di per sé sfaccettato, emozionante e sorprendente.
Voto: 8/10