(AUT Records 202)
Che cos’è (il) nuovo? Non è facile dirlo. Ma sicuramente è un certo riferimento – rispettoso – a ciò che lo precede. Il disco di questo trio, che un tempo si sarebbe chiamato “pianoless”, propone un jazz che, dallo studio di Arezzo dove l’album è stato registrato, si rivolge alla tradizione re-immaginandola, anzi risignificandola mediante apporti creativamente interessanti – a partire dal “no” con cui la prima traccia (What’s New?) rinnega un inizio troppo rilassato, per lanciarsi in un groove più aggressivo. Eppure non manca al trio (Federico Califano al sax alto, Francesco Tino alla batteria, Alessandro Marzano al contrabbasso) la classe per rendere una ballad classica come The Folk Who Live on the Hill, di Jerome Kern, in modo intensamente rilassato, o rilassatamente intenso. E in tutte le sei tracce, compresa una composizione autografa di Califano (Dear Fonzo), il trio articola la propria concezione jazzistica pagando i propri debiti – ancora una volta come si diceva un tempo – con i maestri, prendendone a modello la statura creativa in modo da trovare una propria personalità (esemplare, in tal senso, Naima, ma anche If I Should lose You, che offre anche un pregevole assolo di contrabbasso che cita inequivocabilmente Parker). Spero di ascoltarli presto dal vivo, e intanto mi godo questa registrazione grazie alla Aut Records.
Voto: 9/10