Intervista a Francesco Alunni e Elvira Pagliuca della label Sonatine Produzioni

Nei miei pellegrinaggi da “spider” musicale dell’infosfera, in questi giorni mi sono imbattuto nella comunicazione dell’imminente compleanno della label marchigiana Sonatine Produzioni. Label che in passato con le uscite discografiche ha incrociato le traiettorie kathodike e che necessitava di un approfondimento sulla sua storia e sulla sua filosofia del pentagramma. Appena mi sono deciso, ho contattato i due deus ex machina dietro al progetto, Francesco Alunni ed Elvira Pagliuca, che si sono mostrati subito disponibili a raccontare vita, progetti e uscite della loro creatura sonora. A voi la lettura.

Innanzitutto, Buon Compleanno!!! Ripartiamo dalle origini, come è nata l’idea di fondare la Sonatine Produzioni?

GRAZIE!
Senza quasi rendercene conto, sono 15 anni di Sonatine Produzioni, vero…
A portare avanti l’etichetta siamo in due, Francesco ed Elvira: essendo anche una coppia nella vita, l’idea è nata in maniera abbastanza naturale, visto che – tra le diverse passioni in comune – c’era e c’è anche quella della musica. Un’etichetta Do It Yourself ci è subito sembrato un ottimo modo di far convergere questa passione comune, gestendo assieme questo progetto.
Io (Fra) avevo avuto modo di occuparmi di un’altra piccola etichetta DIY negli anni precedenti (Piccole Speranze): ahimè, le persone con le quali curavo quel progetto (tutt’ora miei carissimi amici) sono andate frammentandosi andando a vivere in giro per l’Italia e l’Europa – per proprie ragioni e scelte di vita – e, a quel punto, la cosa era diventata ingestibile; ormai, però, ci avevo preso gusto…

Perché avete deciso di pubblicare album di musica punk rock, con annessi e connessi?

Pubblichiamo quello che ci piace e, di conseguenza, il nostro background musicale ha un’ascendente più che rilevante su quelle che sono le nostre scelte: il punk rock fa decisamente parte di questo background, così come ne fa parte il noise rock, l’hardcore o il metal, però.
Nonostante questo, dando una sbirciata al nostro catalogo (stiamo per avvicinarci alle 70 uscite!), si possono trovare anche dischi di cantautori o altri progetti più sperimentali: probabilmente, potremmo anche essere considerati come un’etichetta “di genere”, ma non ci piacerebbe essere reputati alla stregua di un’etichetta monotematica…

In che formato pubblicate le vostre produzioni? Vinile? Cd? Digitale? Quale formato secondo voi riesce ad esprimere meglio la vostra filosofia di Musica? Quale formato è più richiesto?

Inizialmente non ci facevamo problemi di formato: le nostre prime uscite includono CD, 7” e, in un paio di occasioni, abbiamo curato anche un paio di uscite digitali (sempre in riferimento a musicisti per cui, in seguito, era prevista un’uscita “fisica”).
Da oltre 10 anni, però, ci siamo imposti esclusivamente il formato vinile (anzi, per essere più precisi, il formato LP 12”): questo perché è il formato che utilizziamo prevalentemente per i nostri ascolti musicali in casa e, da sempre, è il nostro supporto preferito.
Chiaramente, è innegabile, questa scelta ha comportato una riduzione della quantità delle uscite che riusciamo a seguire, dal momento che il formato vinile ha costi decisamente impegnativi mentre noi, come è evidente, siamo solo una minuscola etichetta Do It Yourself.

Cosa ne pensate delle coproduzioni tra label discografiche?

Le co-produzioni sono fondamentali per noi: non abbiamo mai curato nessuna uscita “in solitaria”, abbiamo sempre co-prodotto dischi assieme ad altre realtà.
Al di là di un discorso meramente economico, ci sono altre due ragioni che giustificano questa scelta:
• anche potessimo permetterci di fare uscire un disco da soli, riusciremmo poi a distribuire tutte le copie solo facendo leva solo sulle nostre forze? No, probabilmente no, e tenere dischi a prendere polvere su uno scaffale non ha alcuna utilità, né per noi né – tanto meno – per la band;
• co-produrre significa confrontarsi, coordinarsi ed organizzarsi assieme ad altre etichette e, per noi, l’aspetto relazionale è imprescindibile. Siamo una parte di un universo (ahimè, sempre più circoscritto) che porta avanti il concetto di Do It Yourself e, con questo universo, vogliamo intenzionalmente dialogare e confrontarci (in modo costruttivo, se possibile).

Che ne pensate dei social per promuovere la conoscenza e l’ascolto della musica della vostra label? Siete attivi sui social?

Non usiamo molto i social e non abbiamo un’idea precisa a riguardo. Abbiamo una pagina Facebook ed una Instagram, postiamo quelli che sono gli aggiornamenti necessari (nuove uscite, concerti che organizziamo ecc.) e cerchiamo di tenerci informati su quello che accade intorno a noi.
Possiamo considerare giusto Bandcamp come un punto di riferimento, per quello che riguarda aggiornamenti ed ascolti relativi alle uscite Sonatine:
https://sonatineproduzioni.bandcamp.com/
Però, ecco, quando ero ragazzetto e vedevo una locandina in bianco e nero attaccata con la colla ad una parete andavo di corsa a leggerla, mentre oggi scorro la bacheca degli eventi su un social con un entusiasmo che non è affatto paragonabile.

Stampa

La label è localizzata in Italia. In questi anni avete trovato un pubblico nostrano ricettivo che non vi ha fatto optare per il trasferimento verso altri lidi?

Abbiamo lavori “veri” full time, una figlia, relazioni affettive importanti: se dovessimo lasciare l’Italia, non sarebbe di certo l’etichetta a farcelo fare.
Non riteniamo il pubblico italiano come “particolarmente ricettivo”, ma non è nemmeno questo il punto: non abbiamo mai (intenzionalmente) voluto guadagnare un euro con Sonatine, tutte quelle che sono le nostre (modeste) entrate vengono re-investite nelle uscite successive, in uno spirito completamente indipendente ed autogestito.
Di conseguenza, la viviamo con un approccio un po’ zen: se abbiamo abbastanza “cassa” per partecipare ad una nuova uscita, la facciamo; altrimenti, se non ne abbiamo, rinunciamo (a prescindere da quanto bello o meno possa essere il disco in questione).
Non ci è nemmeno mai interessato fare ragionamenti come “questa cosa può funzionare / quest’altra no”: cosa vuol dire funzionare, al giorno d’oggi? Quante copie (fisiche) bisogna vendere di un disco per poter dire che “è andato bene”? Noi non ne abbiamo idea.
Sappiamo che alcune delle uscite che reputiamo tra le migliori del nostro catalogo non hanno probabilmente funzionato affatto, ma noi le faremmo uscire di nuovo senza esitazioni, perché le abbiamo amate noi.

Come vedete il futuro della musica punk, con annessi e connessi?

Per la musica punk vediamo un futuro roseo, mentre per l’approccio punk vediamo una crisi di identità in corso da cui non se ne uscirà facilmente (se se ne uscirà).
Puoi pestare forte quanto vuoi, suonare distorto quanto vuoi ma, se hai smesso di essere una “piccola minaccia”, stiamo comunque parlando di un’altra cosa.
A volte, ci sono chitarre acustiche che fanno molto più rumore di una parete di amplificatori…

Possibili progetti futuri come un documentario e/o un libro che racconti la storia della label?

Sinceramente non ci abbiamo mai pensato e, ragionandoci ora, non sappiamo nemmeno a quanti possa effettivamente interessare la nostra storia (di certo, non è così singolare o irripetibile).
Sicuramente l’iniziativa dovrebbe nascere da qualcuno che non siamo noi: non siamo persone a cui piace autocelebrarsi, insomma…

Chiusa dell’intervista: le prossime uscite in cantiere?

Certo, ci sono sempre nuove uscite in cantiere: proprio in questa settimana abbiamo pubblicato il nuovo LP ‘Hunk’, dei Fine China Superbone, un trio noise olandese tornato alla carica con un disco particolarmente storto, distorto e poco convenzionale (a riprova di ciò, basta considerare che una traccia vede ospite alla voce Eric Paul degli Arab on Radar).
Entro fine anno parteciperemo alla co-produzione (particolarmente estesa, a livello di etichette) dell’ultimo disco (in tutti i sensi, dal momento che la band attiva) de LeTormenta, un gruppo a cui siamo particolarmente legati e che avevamo già supportato in occasione del precedente disco.
Poi, come dicono gli anglofoni “last but not least”, a novembre pubblicheremo (assieme a To Lose La Track) il nuovo disco dei Disquieted By, una band che – nostra modestissima opinione – inseriamo a mani basse tra le 5 migliori band italiane in attività: in buona sostanza, un disco che attendevamo da anni e che per noi è il coronamento di un piccolo sogno.
Tra l’altro, i Disquieted By presenteranno il nuovo disco nella nostra cittadina (Fano) sabato 11 novembre, allo Spazio Autogestito Grizzly, assieme ad Arrrgo (da Barcellona), Gufonero e Montana, proprio in occasione della festa per i 15 anni di Sonatine Produzioni.
Poi arriverà il 2025 e, con l’anno nuovo, chissà che altro…

Link: Sonatine Produzioni Facebook Page

Link: Sonatine Produzioni Instagram Profile

Lascia un commento