(Stradivarius 2024)
Oltre. Oltre che cosa? Sicuramente oltre ciò che molti si aspettano sia la musica proposta da una fisarmonica. Perché qui nulla a che fare con il tango, e tanto meno con il liscio o altri generi popolari. La musica è squisitamente di ricerca, contemporanea. Si va anche oltre le tecniche tradizionali, estendendo le possibilità (non solo tecniche, ma anche estetiche (dello strumento) verso possibilità espressive quasi pittoriche. Si va oltre l’Occidente, perché tra i brani interpretati ve ne sono di compositori dell’estremo oriente, interessantissimi. E si va anche oltre la musica strumentale, con un gesto quasi à la Nona di Beethoven (ovviamente, con tutti i distinguo possibili) dato che verso la fine anche la voce entra nell’ambiente sonoro. Insomma, almeno nelle intenzioni dell’autrice incarnate nel sound del suo strumento, si va oltre gli schemi e le attese.
Dubito che questa ricerca dell’oltre ci offra per tutto il tempo dell’ascolto un’esperienza gratificante, ma sicuramente ciò che ci offre è un’occasione ghiotta per stimolare un ascolto attento, curioso, riflessivo, immaginativo, non pago di quelle facili tentazioni di consumo di un prodotto sonoro che Adorno avrebbe descritto appunto come “culinarie”. Le composizioni con cui Margherita Berlanda si cimenta sono tutte contemporanee, o comunque relativamente recenti – si tratta di lavori di Odeh-Tamini, Roberto Vetrano, Keiko Harada, Younghi Pagh-Paan, Manuela Kerer e Nicolaus A. Huber, lavori con cui l’interprete sembra disporsi in un atteggiamento di dialogo. Il disco consente così di accogliere e apprezzare il ricco sound della fisarmonica attraverso un viaggio esplorativo intenso e affascinante.
Voto: 8/10