(Spittle/Goodfellas 2024)
Sarà che i Kina sono stati il primo gruppo italiano di punk-hc che ho scoperto, grazie ad A-Rivista anarchica, nella quale c’era la pubblicità del catalogo della Blue Bus, etichetta del gruppo aostano e che quindi mandai a prendere una mancita di cd. Sarà che più di tanti altri gruppi, e al pari dei Negazione, hanno espresso nella maniera più efficace il senso di frustrazione e quell’angst adolescenzizale in quei maledetti anni ‘80 di caxiate, Milano da pere e ripresa del potere del liberismo, contro cui punk-hardcores e anarchici (ma sono spesso e volentieri sinonimi) si battevano (e si battono), sarà che dietro il loro punk-hc si nascondeva, ma neanche tanto, una vena cantautorale espressa sia nei testi, sia in certi passaggi da ballata folk, sarà che hanno ripresi alcuni temi musicali e testuali degli Hüsker Dü, ma ottimamente rielaborati, che non mi fa essere troppo obiettivo nei loro confronti.
Perdonatemi, ma questa recensione è più che altro un ringraziamenteo per esserci stati ai Kina e soprattutto per essere tornati.
In “Se ho vinto, se ho perso” sono presenti tutti i temi, e non solo, di cui ho parlato sopra e ben venga dunque questa ristampa in cd e vinile.
…comunque sia i Kina hanno vinto, quantomeno per esserci stati e per averci provato.
Lunga vita ai Kina!!!
Voto: 9/10