Intervista a Sacha W. Bonaffini della label italiana Sleepers Records

Questa volta non è stato il mio girovagare da “spider” musicale della sonosfera a farmi scoprire la Sleepers Records, ma una mail mandata da Sacha che proponeva una uscita della label (presto la recensione quindi non svelo di cosa si tratta). Ho fatto un giro nella pagina bandcamp delle produzioni uscite finora, che spaziavano dall’elettronica più esoterica all’ambient e all’industrial, mi sono incuriosito e ho pensato di intervistare Sacha, per farmi raccontare il passato, il presente e il futuro della Sleepers Records. A voi la lettura!

Come è nata l’idea di fondare la label Sleepers Records?

L’idea della label nasce dopo una serie di eventi che ho organizzato nelle colline del Chianti e ha preso forma durante i primi anni che ho vissuto a Berlino.
Negli anni è diventato un progetto più personale e penso che il vero punto di partenza sia semplicemente il fatto che fin da piccolo ero ossessionato dall’oggetto del vinile e dai suoni “insoliti”. Sleepers nasce per pura passione da collezionista e dalla mia irrefrenabile tendenza di ricercare, che sia musica, arte o letteratura.

Su che genere musicale vi siete orientati? E perché?

L’idea dell’etichetta è quella di essere indipendente dal genere e proporre sempre qualcosa di diverso da quello che ho fatto precedentemente ma non nego che con qualche artista si è creata un’alchimia particolare che sicuramente farà nascere ulteriori collaborazioni. Al momento è molto importante lavorare con artisti il cui intento va oltre la musica.

La vostra proposta musicale è cambiata negli anni?

Come già dicevo non voglio limitare Sleepers a un genere specifico ed è importante che ci sia un costante cambiamento. Diciamo che all’inizio del progetto la proposta era molto influenzata dalla realtà Berlinese in cui stavo vivendo e dagli eventi che organizzavo al Tresor, un ambiente che in un certo senso limitava la vera anima del progetto. Dopo qualche anno ho avuto la possibilità di ospitare artisti che ammiro moltissimo ed è servita da trampolino di lancio per uscire da quella realtà e a far sì che il progetto si esprimesse al meglio. Tra gli artisti che si sono esibiti ci sono Ron Wright (Hula), Stephen Mallinder (Cabaret Voltaire), Danny Hyde, produttore di molti album dei Coil, con cui abbiamo collaborato all’uscita di Ben Chapman “There’s Always One”. Lagowski, uscito su Sleepers con due progetti, Project Ghost e Clans of the Alphane moon, Franco Falsini (fondatore dei Sensation Fix) che è un caro amico ed Eric Random con il quale abbiamo fatto uscire il doppio “Wire me up” e con cui stiamo lavorando a una nuova uscita per il nuovo progetto su CD, una persona molto speciale sia a livello musicale che umano.
Una delle recenti collaborazioni a cui tengo molto sia a livello personale che artistico è quella con Adi Newton, le cui influenze, tra letteratura, patafisica, surrealismo e psicoacustica che si riflettono sui suoi progetti e ricerche hanno contribuito a creare una forte connessione.

In che formato pubblicate le vostre produzioni? Vinile? Cd? Digitale? Quale formato secondo voi riesce ad esprimere meglio la vostra filosofia di Musica? Quale formato è più richiesto?

Sleepers esce solo in vinile, senza dubbio il mio formato preferito per il fatto che rappresenta un fattore tangibile e imperfetto, e poi il  basso lo preferisco per il suono più organico rispetto a quello più pulito del basso su digitale. Nonostante tecnicamente suoni “meglio” in digitale.
Apprezzo molto il formato del Cd nonostante il suo suono pulito perché così come con il vinile la copertina diventa una parte integrante della concezione dell’album, è un contatto visivo che aumenta l’esperienza tattile che prelude e accompagna l’ascolto. Ho deciso di usare questo formato per l’attuale progetto a cui sto lavorando qui in Giappone.

Per quanto riguarda il digitale, personalmente non ho mai scaricato musica e ho sempre pensato che il suono dell’MP3 fosse terribile e sottile, e allo stesso tempo non ti dà nessun tipo di informazione, non ti da modo di vedere i crediti, chi ha fatto cosa e penso sia fondamentale come il rituale di appoggiare la puntina sul disco, una magia imparagonabile.

Cosa ne pensate delle coproduzioni tra label discografiche?

Non ci ho mai pensato, penso che la collaborazione sia un fattore importante ed è un’attitudine sempre più rara.

Che ne pensate dei social per promuovere la conoscenza e l’ascolto della musica della vostra label? Siete attivi sui social?

Oggi giorno penso che sia importante quanto la promozione fisica e diretta, ma sinceramente non ho un buon rapporto con i social network, non mi è mai piaciuta l’idea di auto promuovere la musica in quel modo, crea un’aura un po’ commerciale che non si allinea con i miei progetti. Nonostante ciò sono “attivo” sui vari social ma allo stesso tempo cerco di farlo nei miei termini, semplicemente annunciando le uscite con informazioni essenziali riguardo la musica e gli artisti.
Penso che la promozione attraverso canali diretti come gli eventi e girando nei vari negozi di dischi sia decisamente più appagante.

La label è attualmente localizzata in Giappone. Come è nata l’idea di questo trasferimento?

Il trasferimento nasce da un bisogno di ulteriore ricerca e per dar vita a una nuova etichetta esclusivamente su CD, penso che Tokyo al momento sia il posto che più si avvicina ai miei bisogni personali e musicali. La mia ragazza vive da molto tempo in Giappone e insieme stiamo curando sia la musica che la parte grafica.
È il primo progetto a cui lavoro che proviene da due menti e penso che abbia un valore aggiunto. Come diceva William Burroughs non esistono mai due menti che si uniscono senza creare una terza forza intangibile, che può essere paragonata a una mente superiore. Credo molto in questa simbiosi psichica e sono molto curioso di vedere come il progetto prenderà forma. Le vendite di CD sono ancora vive in Giappone nonostante la proliferazione dei servizi di streaming online.
È un formato molto apprezzato come oggetto da collezione quindi penso che sia davvero il posto ideale per dar vita a questo nuovo progetto.
La scena alternativa e underground è molto attiva ed energica specialmente nel quartiere Koenji dove viviamo. Ogni sera puoi sentire musica live e scoprire nuovi artisti, uno stimolo importante per la curiosità, per aprire nuove porte verso altre direzioni musicali e per potenziali nuove collaborazioni.

Come vedete il futuro della musica sperimentale, con annessi e connessi?

Penso che con questa saturazione del mercato musicale sia sempre più una lotta riuscire ad emergere, specialmente quando si tratta di musica “sperimentale”. Organizzare eventi per promuovere la musica che proponiamo è diventato sempre più essenziale.
Penso anche che l’avanzamento della tecnologia sta avendo un forte impatto sulla qualità della musica e sulla pura espressione artistica, musicalmente non mi interessa pensare al futuro, inevitabilmente mi porta ad avere una visione apocalittica, non gli do importanza, mi piace andare sempre più indietro nel passato a cui sono molto affezionato ed è un forte stimolo per la mia immaginazione.

Possibili progetti futuri come un documentario e/o un libro che racconti la storia della label?

Al momento non c’è niente di concreto all’orizzonte, solo un’ idea di produrre una fanzine da allegare a delle uscite future sul nuovo progetto in Cd.

Chiusa dell’intervista: le prossime uscite in cantiere?

Abbiamo appena chiuso due uscite con artisti giapponesi che hanno iniziato la loro carriera all’inizio degli anni 70 e stiamo lavorando ad altri due progetti di artisti inglesi di cui al momento non vogliamo svelarne l’identità.

L’unica release che possiamo annunciare è la versione su Cd con bonus tracks di “Archaeoacoustics”, album di debutto di Matar, progetto fondato da Adi Newton (Clock DVA) in collaborazione con il ricercatore americano di EVP (Electronic Voice Phenomena) Michael Esposito che è appena uscito in vinile su Sleepers. L’album esplora concetti di teorie archeoacustiche e credenze mitologiche spirituali di varie culture antiche.

La nuova etichetta sarà presentata all’inizio del nuovo anno e siamo molto impazienti di annunciare gli artisti e le rispettive uscite.

Link: Sleepers Records Home Page

Link: Sleepers Records Facebook Page

Link: Sleepers Records Instagram Profile

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