(Via Veneto Jazz 2024)
Dopo l’ultimo ‘First Rain’, inciso con musicisti italiani, il pianista Emiliano D’Auria ci sorprende con un’opera completamente diversa incisa con musicisti americani in completa sintonia con le sue idee e le sue composizioni ricche di un’energia nascosta che si rivela durante le vibranti esecuzioni.
Il titolo dell’album ci ricorda la stanza dei bagagli a Ellis Island, la porta di ingresso per gli immigrati in USA nel secolo scorso, un punto di partenza per quella miscela di culture che qui trova di nuovo un incontro fra musicisti diversi per formazione ed origine, ma in grado di dialogare proficuamente.
Insieme a D’Auria ci sono Philip Dizack alla tromba, Dayna Stephens al sax tenore, Rick Rosato al contrabbasso e Kweku Sumbry, musicisti di altissimo livello che regolarmente incidono e sono fra i più interessanti interpreti del jazz contemporaneo.
Il pianista italiano è autore di tutte le composizioni e fa benissimo come leader, coordinando le forze del quintetto rendendolo compatto e preciso, un’amalgama da cui emergono assoli ricchi di energia, un equilibrio ben dosato di tutte le forze, fra Europa ed USA.
Il gruppo è stato già in tour e da quel che si `e ascoltato si spera soltanto che resti ancora insieme, la collaborazione fra i cinque va al di là della consueta routine, la loro è una proficua collaborazione il cui risultato è una sopresa per tutti, musicisti e ascoltatori.
Voto 9/10
Emiliano D’Auria Facebook Page