(Liburia Records 2024)
La dimensione esplorativa è lasciata al contrabbasso, che si muove nervoso e a tratti frenetico negli spazi atmosferici aperti dal piano e dalla chitarra elettrici. La leggerezza di batteria e percussioni costringe o, forse meglio, convince a raddoppiare spesso il basso, per ottenere in modo alternativo un effetto percussivo (per esempio in Per nasconderci la testa) e intensificare lo swing groovy a dire il vero sempre incisivo nel sound delle diverse tracce. I brani si dipanano come viaggi in cui è quasi sempre il basso ad andare in avanscoperta, talvolta avanzando velocemente, talaltra a scatti, altre volte ancora fermandosi guardingo a scrutare il paesaggio sonoro – non sempre sereno, ma magari leggermente perturbante – dipinto dagli strumenti melodici
Certo, in alcune tracce (Sbucano dalle tubature, Bipedi cinici, Cosce e Zigomi) sono chitarra e piano – più raramente (L’acqua si scioglie ) le percussioni – a lanciare suggerimenti melodico-strutturali; ma il passo da seguire – sempre ben scolpito in primo piano – è decisamente quello del contrabbasso che inevitabilmente si rimetterà presto alla guida del gruppo e, come in (Sulle griglie), prendendo anche decisioni particolari, come proporre sequenze di accordi. Queste caratteristiche stilistiche, onestamente esibite, danno un marchio di originalità a un disco che si presenta come esposizione del flusso sonoro della coscienza musicale di Giacomo Pedicini. Il quale da solo fa (quasi) tutto il necessario, quanto serve ad offrirci un’improvvisazione esplorativa capace di esibire una frizzante e sperimentale creatività: compone, suona e adotta titoli bizzarri ma poeticamente efficaci per le sue tracce. Titoli il cui ordine da 1 a 11 forma la frase di una poesia di Armando Pirozzi (ecco spiegato il “quasi”), a sua volta abilmente incastonata all’interno dei versi di una poesia più estesa (dello stesso Pirozzi), del piacere della cui scoperta non voglio privare l’ascoltare/lettore.
Complimenti all’etichetta Liburia Records per aver pubblicato questo lavoro (e ovviamente anche a chi lo ha realizzato).
Voto: 8,5/10