(Headlights 2024)
Le corde del portoghese Manuel Mota, son sempre (+ o -), un lenitivo balsamo per l’anima.
Liriche, sgranate e per lo più in composizione istantanea, detritiche e chiaroscurali in questa occasione (come un Loren Mazzacane Connors più experimental, ma anche in orbita Roy Montgomery, isolato in una stanza ingombra di macerie).
Sette dronanti blues lo-fi, quasi un’elegia per questi tempi difficile di inabissamento verso la fine (temuta o accolta cazzi vostri).
Se siete vivi e qualcosa ancora vi cigola dentro, concedetegli un’istante.
Null’altro da aggiungere.
Voto: 7,5/10
Headsligh Recordings Home Page