Raccontare la musica italiana del secondo Novecento dal punk, alla la new wave, all’italo disco, fino all’arrivo alla club culture, attraverso una band storica come i Gaznevada e attraverso una città, Bologna, in maniera divertente e coinvolgente. Ci riesce molto bene la regista Lisa Bosi con il suo ‘Going Underground’, che, utilizzando tantissimo materiale d’archivio, filmati d’epoca, esibizioni live, racconta le vicende dei Gaznevada, nel magma culturale in ebollizione dei quegli anni, composto tra gli altri dal collettivo di artisti “follemente” creativi della Traumfabrik, vissuto da alcuni nomi storici nel campo del fumetto come Filippo Scòzzari e Andrea Pazienza. Scorrono le belle immagini, il Movimento del ’77, le storiche esibizioni live degli Skiantos, altra importante band che ha “graffiato” gli ascolti generazionali, la label indipendente Italian Records di Oderso Rubini, per arrivare agli anni ‘80 con la svolta pop, la musica italo disco, la cultura della discoteca, con i Gaznevada che durante il documentario si esibiscono in scenette-performance, sorta di stacco filmico sui vari momenti del racconto, musicisti-attori perfettamente integrati con il flusso della proiezione. Nessuna intervista diretta, maniera “talking head”, tante belle immagini e tanti bei suoni, la fortuna e le sfortune, le vicende discografiche si susseguono facendo risaltare la sempre viva e combattiva passione e l’amore per la propria musica, la volontà di essere protagonisti della scena e della vita culturale di quegli anni. Chiudo con un consiglio: cercatelo, vedetelo, ascoltate la colonna sonora, tutto insieme e per più volte.
Lisa Bosi, Going Underground, Sonne Film/Wanted Cinema, 2024