(Metrica 2017)
Una delicata opera di minimale scomparsa nel bianco più
assoluto “Ventuno Costellazioni Invisibili”.
Quello dove frammenti di memoria si urtano con roteante lentezza.
Piccoli tonfi attutiti, brume gelide e fragili oasi di tepore momentaneo,
percezione/sedimentazione, tempo e sua espansione.
Di proporzioni ed echi, silenzi e dronanti evoluzioni aggrappate direttamente alla parte più sensibile, profonda e inesprimibile del coppino.
Uno splendido raga contemporaneo in due parti, quello organizzato dal
compositore/violoncellista/sperimentatore elettronico Sandro
Mussida, che analizza e mette in pratica una serie di forme
relazionali presenti nella figura geometrica del triangolo, con i
musicisti coinvolti nell’esecuzione, disposti ai vertici di una
stella a sei punte e la componente elettronica, posizionata
all’esterno della struttura: Alessandra Novaga, chitarra
elettrica, Enrico Gabrielli, clarinetto/flauto, Suzanne
Satz al piano, Yoko Morimyo al violino, due percussioni,
Sebastiano De Gennaro e Giulio Patara, Giovanni
Isgrò e l’autore stesso ai live electronics.
Un introspettivo scorrimento feldmaniano, leggero e trasparente, al cui
interno sboccian loop di cellule sonore in sinusoidale, placido
movimento. Il corpo a riposo dimentica il peso, tutt’attorno un
reticolo di bagliori dispersi in un’ovattato crepuscolo
Mediterraneo. Un respiro e un sospiro son faccende d’involontaria,
semplice complessità.
Voto: 8
Marco Carcasi