Paola Boncompagni ‘Lady Day’

Seconda puntata del Rigattiere Alla Ricerca

Continua la serie webvisiva intitolata ‘Il Rigattiere Alla Ricerca Di “Rigattoli” Ripescabili’; in questo numero assistiamo al nostro eroe rigattiere che trova dopo innumerevoli peripezie, facciamola  breve la storia altrimenti i weblettori si annoiano e passiamo al finale, un altro libro degno di tale nome e cognome, intitolato ‘Lady Day’, scritto da Paola Boncompagni e uscito da tempo per la casa editrice Stampa Alternativa ma fortunatamente, da notare che il rigattiere ha sempre fortuna,  ancora in catalogo. Caratteri identificativi desumibili da un primo sguardo sono che il volume è facente parte della collana Jazz People, dedicata come lo indica il titolo ad artisti jazz, vedere precedente scoperta del rigattiere a nome Bessie Smith. Particolare di rilievo il fatto che all’inizio si trovano delle stupende foto di Bille Holiday, la Lady Day del titolo, voce/diva assoluta del jazz. Ci immergiamo  poi nella lettura e lo stile discorsivo e piacevolmente conversativo della Boncompagni ci narra la dolce/amara storia di questa cantante mito e leggenda della vocalità jazz in particolare e della musica tutta in generale, usando le canzoni più conosciute a modo di  separazione dei capitoli e  dei momenti più importanti della sua evoluzione artistica. Così possiamo leggere/sentire la canzone Billie’s Blues e farci raccontare il primo amore e la prima delusione di una lunga serie,  era stata definita una mangiatrice di uomini, più semplicemente era un’artista a tutto tondo che non divideva la vita dalla musica e usava l’una per sopperire alle mancanze e alle delusioni  dell’altra. Oppure con la stranota  Strange Fruit, inno contro il razzismo di cui era spesso vittima, conosciamo il periodo forse più fecondo e felice, sempre tra virgolette, della sua vita, con i concerti tutto esaurito in silenzio adorante al Café Society nel Greenwich Village a New York.  Oppure I Cover The Waterfront, cantata stupendamente alla ‘Carnagie Hall’ di ritorno dalla pena scontata in carcere per  il suo rapporto/dipendenza con/dalle droghe, indissolubile legame/sostegno nella lotta per affermarsi e farsi apprezzare per la sua arte. L’amore artistico con Lester Young durato tutta la vita, lui che suonava il sax come se parlasse, lei che usava la voce come un sax. E tanto altro ancora e ancora…La sua fine in un ospedale, arrestata perfino sul letto di morte grazie all’eccessiva generosità di un amico. E tanto altro ancora e ancora…

Marco Paolucci