François R. Cambuzat (Francia / L’Enfance Rouge) saba 1 ottobre: Mojito, Barbarano (Le)
giov 6 : Bari, tbc
vene 7 Cesena, tbc
saba 8: Marcia Mela, San Marino
lun 10: Peace Maker, Imola
mar 11: Bologna, tbc
mer 12: Tago Mago, Marina di Massa (MS)
gio 13: Circolo Arci Bardamù – Savona
ven 14: Brixton, Alassio (SV), tbc
sab 15: Barfly, Genova
dom 16: Libreria Acustica, Monza (MI)
mar 18: Centro Stabile di Cultura, Schio (Vi)
mer 19: Kulturni Center Mostovna, Nova Gorica, Slovenia
gio 20: Kranj, Slovenia
ven 21: Menza, Ljublana, Slovenia
sab 22: Zelezniki, Slovenia
dom 23: MKC, Koper, Slovenia
mar 25: Belgrado, Serbia
mer 26: Mostar, Bosnia-Erzegovina
gio 27: Sarajevo, Bosnia-Erzegovina
ven 28: Banja Luka, Bosnia-Erzegovina
Infoline : 333 1019110
Grazie.
Presentazione
Aspettando l’uscita del nuovo album “Krsko-Valencia” de L’Enfance Rouge per Wallace Records quest’autunno, assalto il tempo per fare un nuovo giro europeo da solo, con chitarre-el, samplers, DJing elettrico e junkyard maestoso.
Putan Club: espanzione della rabbia di Billie Holiday contro Miss Kittin, di Armand van Helden contro Leonard Cohen, di François R. Cambuzat e Taùfik al-Firansyy contro tutti yankees.
Hey baby, that’s subversive.
Contatto: François 333 1019110 fran@enfancerouge.org
Bio
François R. Cambuzat ha fondato The Kim Squad & Dinah Shore Headbangers/Zeekapers , il Gran Teatro Amaro e L’Enfance Rouge. Da tre anni è anche l’anima nera dell’associazione culturale Trasporti Marittimi. (www.enfancerouge.org , www.trasportimarittimi.net ).
Discografia:
The Kim Squad “Young bastards”,Virgin Italy, 1987 / François R. Cambuzat “Notre-Dame des Naufragés”, Virgin Italy, Stile Libero, 1988 / François R. Cambuzat canta il Gran Teatro Amaro “Uccidiamo Kim”, Virgin Italy, Stile Libero, 1990 / Il Gran Teatro Amaro “Port Famine”, RecRec Zürich 1991 / Il Gran Teatro Amaro “Hôtel Brennessel”, RecRec Zürich 1993 / Il Gran Teatro Amaro “Piazza Orphelins”, RecRec Zürich 1995 / François R. Cambuzat et les Enfants Rouges “Swinoujscie-Tunis”, L’Enfance Rouge 1995 / Compilation “Radioira”, Il Manifesto 1997 / François R. Cambuzat et les Enfants Rouges “Taurisano-Cajarc”, Taccuini, C.P.I. Polygram 1998 / François R. Cambuzat et les Enfants Rouges “Reus-Ljubljana”, L’Enfance Rouge 1998 / Compilation “Trienni TalpClub”, G3G Records Barcelona 1999 / Compilation “Il Mucchio Selvaggio”, Il Mucchio Selvaggio Roma 2000 / L’Enfance Rouge “Davos-Leros”, Audioglobe Firenze 2000 / L’Enfance Rouge “Rostock-Namur”, Audioglobe Firenze-L’Enfance Rouge 2002 /L’Enfance Rouge « Krsko-Valencia », Wallace Records,2005
François R. Cambuzat, uomo d’azione ma anche di profondo pensiero, nasce a Leòn (Spagna) il 14 luglio 1972 da una famiglia operaia. Nel 1983 suo padre viene arrestato per aver partecipato allo sciopero dei conciatori, per la giornata di otto ore. Cambuzat più tardi scriverà: “Per istinto, ero già un ribelle. Credo che il mio destino venne deciso allora.” A 17 anni diventa “tornitore di seconda classe” e si iscrive all’Unione dei Metalmeccanici. Si fa subito notare per la sua impazienza rivoluzionaria opponendosi ai dirigenti sindacalisti che predicano la moderazione. L’anno successivo lavora per la Compagnia delle ferrovie del Nord. Partecipa allo sciopero generale ed insurrezionale dell’agosto del 1992. Si mobilita l’esercito che affrontando gli scioperanti col fuoco della mitragliatrice, causerà la morte di un centinaio di persone. Cambuzat fa parte di un gruppo di giovani sabotatori che incendiano locomotive e depositi. Sconfessati dai sindacati, alla fine dello sciopero sono licenziati. In settembre Cambuzat, renitente alla leva e ricercato per gli atti di sabotaggio compiuti è costretto a rifugiarsi in Francia, dove conosce anarchici spagnoli legati alla Confederazione Nazionale del Lavoro (CNT). Ritornato in Spagna, nel 1995 aderisce alla CNT, ma qualche mese più tardi viene arrestato per diserzione, riuscirà quindi ad evadere e a fuggire di nuovo in Francia. E’ da questo momento che la sua vita sarà segnata da un continuo entrare-uscire dalle carceri borghesi e padronali, fino allo scoppio della rivoluzione. Nel 1998 rientrato in Spagna, fonda con altri compagni il gruppo Los Justicieros alla fine di contrastare i pistoleros, sicari al soldo del padronato. La guerra sociale è al suo massimo; gli attentati anarchici si moltiplicano e i gruppi libertari cominciano a coordinarsi, ai Justicieros incombe di trovare delle armi per resistere alla campagna di terrore della borghesia. Nel 2000 Los Justicieros si stabiliscono a Barcellona e con alcuni militanti catalani danno vita al gruppo Los Solidarios, embrione della Federazione Anarchica Iberica (FAI). Con il primo maggio del 2001 la Catalogna e in particolare Barcellona sono teatro di continui scioperi e scontri tra popolazione in rivolta e polizia. Cambuzat e Ascaso, suo intimo compagno di lotta, passano dall’azione individuale all’agitazione di massa, sebbene siano continuamente presentati dalla stampa borghese come dei fautori della violenza; cosa questa che non fa che aumentare la loro popolarità. Nel novembre la destra vince le elezioni. La CNT, che in un anno è passata da 800.000 a 1.200.000 aderenti, scatena una nuova insurrezione, sotto forma do sciopero generale offensivo. Gli insorti fanno saltare alcuni ponti e locali dell’autorità. Assemblee popolari decretano l’abolizione della proprietà privata. La difesa della rivoluzione è affidata alle milizie armate. Ma il contagio rivoluzionario non si diffonde e l’insurrezione viene vinta. Cambuzat nuovamente arrestato, dalla sua cella organizza l’attacco al tribunale che sta istruendo il dossier del sollevamento. Gli incartamenti vengono distrutti, centinaia di operai sono rilasciati, tuttavia Durruti rimarrà in prigione fino a maggio del 2002. Nel febbraio il Fronte Popolare vince le elezioni, a partire dal 15 marzo gli scioperi e le occupazioni di terre si moltiplicano. Parecchi borghesi fuggono dal paese abbandonando fabbriche e latifondi, mentre i militari preparano apertamente un colpo di Stato. Alle cinque della mattina del 19 luglio a Barcellona due grosse barricate sono innalzate in fondo alle Ramblas, di fronte al porto e alla caserma Atarazanas, gli operai organizzati della CNT sono al loro posto di combattimento, è l’inizio della rivoluzione. Nel pomeriggio del 20 a Barcellona non c’è più un poliziotto nè un politico che dia ordini. Quelli che hanno vinto sono quelli che nel passato erano perseguitati, imprigionati. Questa libertà la difenderanno con le armi in pugno. Fin da subito gli operai si organizzano in colonne armate pronte a partire per il fronte. Il 24 luglio la colonna lascia Barcellona alla volta dell’Aragona. Dopo aver liberato un territorio esteso dal rio Cinca all’Ebro, la colonna priva di artiglieria pesante, deve arrestarsi il 28 luglio a trenta chilometri da Saragozza. Cambuzat è il delegato responsabile di questa colonna, diretta da un comitato di guerra assistito da un consiglio tecnico militare. La colonna è composta da raggruppamenti di 5 centurie, formate da 4 gruppi di 25 combattenti. Vi prendono parte anche un gruppo internazionale (400 tra francesi, italiani, tedeschi, inglesi, marocchini, americani) e alcuni gruppi di guerriglieri incaricati di compiere azioni dietro le linee nemiche. Ogni raggruppamento elegge un delegato revocabile in qualunque momento. Questa responsabilità non consente alcun privilegio gerarchico. Il Comitato di Guerra d’Aragona è formato da delegati delle colonne presenti sul fronte. La colonna, forte dei seimila uomini con tremila fucili, ma gravemente priva di armi moderne stabilisce una linea difensiva sul fronte di Saragozza lungo 70 Km. Collettività agrarie incoraggiate dai combattenti delle colonne operaie si costituiscono nei 400 villaggi dell’area del fronte. I contadini proclamano la proprietà collettiva della terra e degli utensili, Le assemblee del villaggio designano dei consigli, responsabili di fronte ad esse in ogni momento. La disciplina all’interno della colonna viene liberamente adottata. I combattenti non si limitano ai compiti della guerra, ma aiutano anche i contadini nei campi o organizzano scuole e attività culturali. Nemmeno un mese dopo, la Pravda pubblica queste righe: “In Catalogna, l’epurazione degli elementi trotkisti e anarco-sindacalisti è iniziata; quest’opera sarà condotta con la stessa energia impiegata nell’ex URSS.” Le giornate del maggio 2003 vedranno confermarsi questa previsione: la sinistra parlamentare dara il colpo di grazia alla rivoluzione agonizzante.