Kazuichi Hanawa ‘In Prigione’

 

 

 

 

 

 

 

 

Di Marco Paolucci

uccio12@hotmail.com

Abbiamo già parlato di Kazuichi Hanawa in un’altra webpagina recensendo il suo ‘Prima Della Prigione’ che racconta la scoperta dell’autore di una pistola arrugginita, la sua ricostruzione e la conseguente condanna a tre anni di prigione per possesso illegale di arma. In questo volume l’autore, come in una sorta di autobiografia alla Edward Bunker, ci racconta la sua quotidianità passata dietro le sbarre per i tre anni della condanna. I dubbi che nel precedente volume avevano reso la recensione non positiva, in questo sono immediatamente messi da parte dato che in quest’opera l’autore costituisce un perfetto cinico ed entomologico Bignami ad uso e non consumo delle generazioni sulla vita come si pensi sia vissuta forzatamente in una singolarità esistenziale al di fuori del tempo e dello spazio. La sua capacità di raccontare ogni momento, quasi ogni istante vissuto dentro il carcere nel susseguirsi delle tavole disegnate con tratto chiaro e pulito, con continui primi piani alternati a panoramiche descrittorie  e momenti di comicità autoironica del personaggio/autore ci coinvolge in maniera pervasiva e intensa, fin quasi spingendoci a domandarci se siamo noi al suo posto e lui ci stia leggendo mentre raccontiamo. Come in un trattato scientifico l’autore mostra che ogni gesto, ogni passo ha un suo modus compiendi, un suo senso che risulta importante se non fondamentale all’interno della comunità del carcere, uno spaccato di comunità di senza temporanea identità in attesa di autorizzazione ad essere reintegrati nella rigida società giapponese. Un romanzo di formazione carceraria e di riflessione sul valore della libertà, della sua rigida e innaturale soppressione intervallato dall’autoironia dell’autore che riesce a vivere malgrado e comunque il quotidiano. Consigliato.

Editrice Coconino Press
Costo euro 13.50