Un romanzo di storie
Di Aldo Piergiacomi
Cavie – un romanzo di storie
Chuck Palahniuk
2005 Strade Blu – Mondadori
Trad. Matteo Colombo e Giuseppe Iacobaci
avete mai preso un cazzotto nello stomaco?
ne avete mai ricevuta una serie sempre diretta ai vostri organi vitali?
vi è piaciuto?
se avete risposto si a tutte e 3 le domande questo è il romanzo che fa per voi!
è infatti questo che vi accade leggendo l’ultimo “romanzo di storie” del ns.
Palahniuk; ogni storia un pugno ed ogni pugno è sempre ben assestato nelle
vostre ossessioni, nelle fobie più segrete o meglio in quelle che nemmeno
immaginavate di pensare… e la cosa più bella è che ci provate gusto e non
vorreste mai smettere.
siamo tutti un po’ masochisti (e questo lo si poteva intuire anche solo vedendo
da chi ci facciamo governare) ma il piacere nel farsi del male in questo caso
funziona ancora di più perché il meccanismo trainante è quello della “leggenda
metropolitana”: dove il verosimile che si mischia allo scientificamente
provabile viene infarcito di qualche nozione tecnica e di mille pruriti
emozionali a base di Sesso, Potere e Umiliazioni varie.
se a questo punto sperate che vi racconti qualcosa di più preciso dovrete
rimanere delusi e non per un senso di fedeltà alle mie convinzioni (odio le
recensioni che anticipano le trame dei libri) ma perchè non sarei assolutamente
in grado di crearne lo stesso pathos ma soprattutto non sarei assolutamente
capace di farvi del male come potreste farvelo da soli leggendolo.
è chiaro poi che c’è la storia che unisce, perchè stavolta a far da contorno a
questo decamerone delle paure c’è il vero senso unificante: ovvero l’ormai
vecchissimo e ultrasfruttato reality show (!) o meglio la voglia di apparire
nella sua versione più assoluta ed estrema quella che addirittura fa a meno del
pubblico (?) i cui concorrenti (come al solito) si infliggono le punizioni più
estreme e terribili con il miraggio della celebrità o meglio forse solo della
sua versione più modesta quello di essere considerato come esseri umani.
ma non è attraverso il mostrare le proprie “qualità” che si emerge, non è
scrivendo la propria storia che ci si fa ricordare; è nel sopprimere gli altri
che si vince è nell’autoflagellarsi che ci si scopre uomini.
ed in questo contesto è un affresco degli stati uniti dei nostri giorni che ne
viene fuori dove il vecchio “sogno americano” viene sostituito da un nuovo e più
assoluto nichilismo fondatore. è nella distruzione di tutto e tutti che si fonda
il nuovo senso dell’impero del mondo, che importa se ciò inevitabilmente
comporti una auto-distruzione è la guerra a tutto e tutti il nuovo potere
unificante della prima potenza del mondo.
e così l’ultimo pugno più forte e senza scappatoia viene assestato e si rimane
(come i protagonisti del romanzo) ad aspettare un qualche spirito salvatore ben
consapevoli che se per qualche fortuito caso questo nuovo messia venisse,
saremmo noi i primi ad annientarlo senza nessuna pietà!
e quindi scusatemi per non avervene scritto prima (questo libro l’ho divorato
non appena uscito)… ma ultimamente sono stato impegnato a cercare di curarmene
i lividi!
parola di sopravvissuto