Drome Magazine N. 5

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di Marco Paolucci

uccio12@hotmail.com

Nuova uscita per il magazine trimestrale monografico di arte contemporanea Drome che reca come filo conduttore degli articoli, come nei precedenti numeri, un concetto chiave e codice di interpretazione dello spaccato di presente visionabile nella rivista. In questo numero dalla grafica raffinata e accattivante l’idea guida è il gioco come riflessione, come forma d’arte, come combinazione di intenti sociali, come lo si intende e viene praticato dagli artisti contemporanei e operatori/giocatori temporaneamente presenti contattati per l’occasione. L’inizio viene commissionato alle belle foto di Silvia Camporesi che anticipa il successivo intervento di Lucio Saviani, docente di storia della filosofia alla Sapienza che introduce nei suoi ‘Frammenti di un discorso ludico’ derive e tracce per una riflessione filosoficoludica sull’essenza del gioco, per poi passare ad una felice citazione scrittoria su John Cage, citato da Andrea Pietrobelli come radicale giocatore/innovatore ludico/sonico. Si susseguono intervallate da splendide foto le interviste all’artista americana Myriam Laplante autrice di mostre/performance di critica sociale, come Elisir sul problema degli ogm, create utilizzando innumerevoli pupazzi e bambole di plastica. Una panoramica sul giovane e interessante artista tedesco Tobias Rehberger che nelle sue opere volte ad analizzare gli elementi costituenti la nostra percezione del mondo oltre che dello spazio e del tempo tende a rimettere in discussione/rifondare la maniera di percepire/accettare l’arte contemporanea. Per proseguire la carrellata con l’intervista all’artista Massimo Premuda e ad i suoi ‘toys’, simpatiche e surreali creazioni presenti e interagenti con lo spettatore che si inoltra nella stanza dei giochi dell’artista. E anche l’intervista ad Antonio Riello, creatore di ‘armi’ e ammennicoli oscuri come le sedie chiodate, il modellino automobilistico killer, il primo videogioco opera d’arte in Italia che va sotto il nome di ‘Italiani Brava Gente’, passione che lo ha portato a divenire conferenziere sulla fenomenologia del videogame,  oggetti che costituiscono il “memento ossessio” della nostra società. E ancora la chiacchierata con Davide Grassi che parla della sua concezione di gioco come la intende nell’opera machinaZOIS, vero e proprio flipper/mecenate per artisti che finanzia chi gioca e vince. Ulteriori istantanee a colori con le interviste alle Cocorosie, duo rivelazione elettropop americano ad Archie Shepp per chiudere bellamente la riflessione incamminarci verso la prossima puntata. Intanto godetevi questa.

Per contatti: www.dromemagazine.com