Un Ricordo Senza Emozioni.
Di Aldo Piergiacomi
La seconda Dora
Silvia Ballestra
2006 RCS
L’occasione era di certo ghiotta…
anche se rimanevano pochi giorni all’incontro con la conterranea Silvia
Ballestra che discuteva del suo ultimo libro, non mi sono perso d’animo e ho
iniziato subito a leggere “La seconda Dora”
E poi anche il tema era intrigante… in questi periodi di “revisionismo
storico” (frase che si usa per mascherare l’attuale riabilitazione dei peggiori
crimini della storia) una giovane scrittrice che si mette in testa di parlare
della vita di una ragazza ebrea sotto le leggi razziali dell’epoca fascista è di
certo una piacevole nota positiva (anche se purtroppo sempre più solitaria nel
panorama odierno)
Va da se che la delusione che si prova nel trovare questo libro poco stimolante
è ancora più cocente visto che la sensazione generale è quella di leggere il
classico compito in classe dove anche lo studente più talentuoso lo fa più per
dovere che per passione.
Tutto nella vita di questa giovane maestra (che invece in realtà è stata
sicuramente straordinaria anche nell’affrontare la vita di tutti i giorni sotto
le assurdità del regime fascista) scorre nel romanzo piatto e pesante senza
sentire quella naturale empatia che è sicuramente il peggior peccato per chi,
come l’autrice, confessa di aver considerato la vera protagonista di questa
storia come uno dei suoi miti giovanili.
Il ritmo senza sussulti, i ricordi che affiorano come semplici notazioni di
stile quasi documentaristico, il quasi totale distacco che si sente da ciò che
in realtà è stato vivo e pieno di passione (come non può esserlo una vita dove
ci si sente sempre minacciati e costretti a nascondere la propria identità?!?)
sono i veri tratti caratteristici di questa storia facendo si che le intenzioni,
seppur nobili, rimangano purtroppo solo potenziali.
Non rimane che finire qui se poi dell’incontro con l’autrice rimane solo il
rammarico per non poter conoscere l’identità della vera protagonista e
sopratutto il fastidioso ricordo delle parole della scrittrice che ci rammenta
più volte delle sue escludenti motivazioni letterarie: “(…) da donna voglio
scrivere per le donne con una storia di donne… ecc. ecc.”