Paolo Melandri ‘Novellette’

 

Di Cristina Contilli

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Il poeta di Faenza Paolo Melandri nella sua seconda raccolta, intitolata “Novellette”, costruisce un percorso di attesa e di ricerca di una figura femminile, che viene presentata come una “sognatrice”, capace di tenere dentro alla sua mano “con un sottile inganno la mia ala”.
Questa figura femmile si configura (secondo il modello petrarchesco) come una donna reale, di cui l’autore è innamorato (“Se tu vuoi noi ci ameremo / con le labbra senza dirlo”) ma anche come la poesia stessa (“E attendo che a me venga la parola / e il suono giusto, come dietro il vetro / d’una finestra quando siedi e aspetti”)
Il senso del possesso sia della parola poetica sia della donna amata sfugge tuttavia allo scrittore che sente scivolare via fatti e persone come se fossero trasportati lontano dagli elementi naturali, in particolare dall’acqua e dal vento.
Questa figura femminile ha in alcuni versi un aspetto ambiguo, da una parte giovane “chiara e serena”, dall’altra donna matura che assomiglia al finire dell’estate in un giardino che lentamente sfiorisce.
Come l’autore è stata toccata da un dolore profondo: “Ci è morto nello stesso giorno il padre”
Le ricorda il poeta, come se la comune sofferenza potesse condurli ad una compassione reciproca, da cui potrebbe nascere l’amore.