Di Marco Loprete
“La musica non è una lingua universale”. Questo potrebbe essere il punto di partenza per comprendere l’importanza degli studi di Curt Sachs, uno dei nomi fondamentali dell’etnomusicologia, disciplina tanto poco nota quanto affascinate, che si propone come obbiettivo quello di studiare le diverse culture musicali dei popoli della terra.
Non sono molti i testi che sono riusciti nell’impresa di tracciare un profilo storico e teorico unitario dell’etnomusicologia: possiamo citare ‘Music In Primitive Culture’ e ‘Theory And Method In Ethnomusicology’ di Bruno Nettl ed ‘Ethomusicology’ di Jaap Kunst. Accanto a queste opere, un posto di rilievo spetta sicuramente a ‘Le Sorgenti Della Musica’ (sottotitolo: Introduzione All’Etnomusicologia) di Curt Sachs, scritto che si colloca tra i lavori fondamentali (assieme all’imperdibile ‘Storia Degli Strumenti Musicali’ edita da Mondadori) dello studioso e musicista tedesco.
Nel suo libro (pubblicato postumo nel ’62 a cura di Kunst ed ora riedito meritoriamente dalla Bollati Boringhieri) l’autore ci prende per mano e ci conduce nei meandri di culture musicali lontane da noi sia temporalmente che geograficamente (segnatamente quelle primitive e quelle orientali), analizzando in modo sempre preciso e dettagliato funzioni sociali della musica, stili di canto, caratteristiche tecniche delle melodie e dei primi strumenti – per non parlare di tutta una serie di interventi di matrice decisamente più tecnica relativi e scale, intervalli, accordature e quant’altro.
Un lavoro prezioso, dunque, che, tuttavia, per essere gustato appieno necessita nel lettore il possesso di qualche minima nozione di teoria musicale: altrimenti il rischio è quello, a tratti, di perdersi o – cosa forse peggiore – di annoiarsi.
“La musica non è un linguaggio universale” scrive saggiamente Sachs; questo suo testo, allora, può essere utile per farci comprendere la meravigliosa ricchezza di una storia millenaria ma sempre emozionante.