Di Marco Loprete
Cos’è Lupinaria Col Morto? La pagina delle FAQ del sito ufficiale del progetto propone due alternative: uno, “Lupinaria è un movimento artistico neo-dadaista di spirito trans-nazionale ma nato e cresciuto a Recanati, per una pura casualità”; due, “Lupinaria è un’accozzaglia di cialtroni incapaci a creare arte socialmente accettabile e quindi per farsi più forti si sono inventati questa cazzata”. Scegliete voi. La cosa certa è che non esiste una linea creativa precisa: Lupinaria si presenta, leggiamo sul sito, “come una pattumiera artistica”, un grosso calderone in cui confluisce tutto ciò che viene rifiutato dai canali istituzionali. Non solo musica, attenzione: Lupinaria annovera tra i suoi artisti anche poeti, scrittori, pittori, cineasti e, in generale, è aperta a qualsiasi forma d’arte.
Tutto questo ha prodotto una compilation, dal titolo “Lupinaria Col Morto” per l’appunto, composta di quattro dischi che raccolgono il meglio (il peggio?) degli artisti che gravitano nell’orbita del movimento. La quantità di generi toccata è vastissima: dance, indie, storpiature di brani celebri, punk, new wave, sperimentazioni dada degne dei Pere Ubu, drum n’bass, reggae, metal e quant’altro. A scorrere l’elenco degli artisti e delle canzoni presentate non si può fare a meno di sorridere: come si può rimanere seri di fronte a nomi come Imballabili Impro Duo, Larsen Lombriki, Voglio Vagina Inglese, 2 Stinchi Di Santo, Mannaggiacchristi, Frenki Frenki, Paolo & Chiaro, Sbarbacazzi Grinder, Nanowar e chi più ne ha più ne metta, o a titoli di canzoni come “La Fiera Del Topo” (parodia della celebre “La Fiera Dell’Est” di Branduardi), “Liquor In The Breathe”, “Satana E’Una Merda”, “Sbornia Di Figa”, “Papa Carogna”, “Cassu Dduru” e così via?
Ma attenzione: se è vero che il lato demenziale è una componente indubbiamente presente nelle 63 tracce del cofanetto, non bisogna dimenticare che, accanto ad episodi in cui a farla da padrona è l’ironia, ci sono anche momenti di musica “vera”, fatti di sperimentazioni intriganti ed ardite. A suggellare poi definitivamente questa discesa nell’underground che è l’ascolto della compilation, la presenza di tre video: “Loveship” di Davide Catraro, “Giovani Poeti Inediti: Reading a Monterotondo” diretto da Biscia e “51000 HP Potenza Totale” firmato dagli Hotel Nuclear e di un libretto, interno al cofanetto, che raccoglie una serie di immagini tra il delirante e l’inquietante.