Luigi Cojazzi ‘Alluminio’

 

Di Marco Loprete

marcoloprete@yahoo.it

Luigi Cojazzi, autore di questo bellissimo “Alluminio”, è nato nel 1976 e dopo una laurea in filosofia all’università di Padova e l’esperienza di osservatore internazionale nelle zone di conflitto in Colombia, si è dedicato all’attività di redattore, presso una casa editrice di narrativa, e traduttore.

Con questo romanzo è al suo esordio letterario, e come dicevamo prima, ha fatto decisamente centro. Il libro narra delle vicende di un adolescente cileno durante gli anni della presa del potere di Pinochet (o, per meglio dire, il Generale, dal momento che nel libro non viene mai nominato, perché “i traditori non meritano un nome”). Dopo la cattura da parte del regime di Manuel, fratello di Dani (questo il nome del protagonista), il nostro giovane eroe fugge dall’orfanotrofio (in realtà un vero e proprio riformatorio in cui è stato richiuso in attesa che diventi grande abbastanza da poter essere considerato a tutti gli effetti un nemico del regime e torturato) per recarsi in Argentina.

Senonchè al suo arrivo, anche nella terra delle pampas, una giunta militare, capeggiata da Videla, ha preso il potere. Oltretutto quell’anno il paese sudamericano ospita i mondiali di calcio (è il ’78), al cui successo l’establishment argentino tiene parecchio per distrarre il popolo e l’opinione pubblica dai problemi interni del paese. Così, per sfuggire allo squallore, alla miseria, all’alienazione di una vita fatta di stenti e sfruttamento in fabbrica, il protagonista comincia parallelamente ad organizzare una sorta di torneo di calcetto in uno spiazzo deserto della Periferia, la città costiera in cui è arrivato dopo la sua fuga oltre il confine cileno. L’obbiettivo è quello di recuperare lo spirito del gioco nella sua purezza (il divertimento, lo spettacolo, l’armonia del gesto tecnico esteticamente perfetto). Ma l’arrivo di uno speculatore senza scrupoli comincia ad incrinare il piacere di queste fughe dalla realtà notturne. Nel frattempo, Dani non smette di chiedersi che fine abbia fatto il fratello, letteralmente scomparso nel nulla. Sarà l’incontro con la bellissima ed affascinante Luz Azul a svelargli il mistero, prima del sacrificio finale…

Scritto in una prosa raffinata ed elegante, lontano da facili retoriche sulle brutture delle dittature militari che infestarono il Sudamerica a partire dagli anni ’70, e venato di un esistenzialismo discreto, niente affatto pedante, “Alluminio” si fa apprezzare per la capacità di tratteggiare il profilo di un continente devastato da miseria morale, povertà, violenza e autoritarismo. L’eroismo di Manuel, Dani e Luz non ha niente di retorico: è l’eroismo di gente normale che si trova a vivere una situazione più grande di sé e che combatte la sua battaglia quotidiana sospinta da una carica di eticità che, seppure forte, ogni tanto mostra segni di stanchezza (il desiderio di abbandono di Dani o lo sguardo triste di Luz). Una prova letteraria maiuscola, insomma, che sottolinea il talento di un’emergente da tenere d’occhio, capace di offrirci uno spaccato indimenticabile di un periodo della storia del Sudamerica tutt’altro che nobile.

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