(Autoprodotto 2017)
Quinto album in dieci anni per il terzetto di Senigallia, che per la prima volta ha deciso di realizzare un disco autoprodotto.
“Canneto” è un lavoro essenziale, senza fronzoli e va subito al dunque. I sette brani sono concentrati in ventiquattro minuti. È punk nell’immediatezza, ma non nell’estetica. Si tratta piuttosto di un post punk instabile e molto variegato. Ogni brano fa storia a sé.
La title-track evoca i PIL nella seconda parte per i fraseggi serrati di chitarra, sebbene il cantato stona, dato che è particolarmente melodico. Quella di straniare e di lavorare con e sulle contraddizioni in fondo è una caratteristica del gruppo marchigiano e in “Canneto” è stata estremizzata, tanto quanto in Sperma, per quella psichedelica serrata intrisa di beat rock. La stessa Vulcano ha un incedere post punk, ma in modo enfatizzato, tanto esplosivo, quanto melodico, mentre con Impero il trio va avanti in modo serrato.
Brano fuori contesto è Pilade con un piglio beat ed evocativo, mentre in Zanzare si respira un’aria tesa. E soffusa allo stesso tempo.
Voto: 7
Vittorio Lannutti