Vito Zagarrio (a cura di) ‘Quentin Tarantino’

 

Di Marco Loprete

marcoloprete@libero.it

Che lo si ami o lo si odi, è indubbio che Quentin Tarantino abbia lasciato, nonostante la (relativamente) giovane età, un solco profondo nella storia del cinema. Pellicole come “Le iene”, “Pulp fiction”, “Jackie Brown” e “Kill Bill 1 e 2” lo hanno consacrato definitivamente allo status di culto.

Nonostante ciò, la critica non sembra del tutto propensa a riconoscere all’ex commesso di una videoteca il ruolo di “autore”, preferendogli, nell’ambito del cinema della postmodernità, l’auteur moderno per eccellenza, David Lynch. Tarantino – sottolinea Vito Zagarrio nel primo capitolo di questa raccolta di saggi sul regista americano – è piuttosto considerato un «ladro di cinema» al pari del nostrano Dario Argento, al quale Tarantino è legato da una profonda ammirazione e che spesso ha omaggiato nelle proprie pellicole.

Per porre rimedio a quello che il curatore del volume qui recensito, edito dalla Marsilio, considera evidentemente una vera e propria ingiustizia, e conferire piena legittimazione di autore al regista di “Pulp fiction”, non resta che analizzare attentamente il suo cinema, evidenziando i «modi della rappresentazione che Tarantino produce e mette in gioco, delle sue strategie formali collegate alla produzione e ri-produzione di un immaginario epocali».

E c’è da dire che il volume in questione riesce pienamente nel suo obbiettivo, attraverso uno studio preciso ed attento a cogliere ogni sfumatura, dalle pellicole degli esordi all’ultimo “A prova di morte”. Arricchito da una biografia, da una filmografia che comprende lavori per la televisione, interpretazioni, apparizioni (anche teatrali e in documentari), produzioni e una bibliografia essenziale, “Quentin Tarantino” è un libro fondamentale per chiunque volesse accrescere la propria conoscenza dell’universo di questo straordinario regista.

Link: Marsilio Editore, 2009