@ Init – Roma, Venerdì 8 Ottobre 2010
Di Damiano Gerli
Grande affluenza per il concerto dei This Will Destroy You, ennesima dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, di come ormai il post rock non possa più esser considerato genere di nicchia. Impossibile non sottolineare la varietà del pubblico, unito dalla gran voglia di ascoltare il rock cinematografico della band americana. Ad accompagnare la band nella data romana, questa sera ci sono i Refuso che, dopo un’elaborata e prolungata manovra per montare un singolo striscione, si presentano con una formazione di ben sette membri: due chitarre (e voce), basso, cantante femminile, viola, tastiere e batteria. L’esibizione non è stata sgradevole, però la sensazione che permane è di un gruppo che presenta sì delle buone idee, ma che non riesce a trasformarle in pezzi particolarmente intriganti. La voce femminile, poi, con continui gorgheggi sovrastava tutto e tutti, risultando a volte persino poco gradevole; molto meglio quella maschile, più profonda e melodica, avrebbe indubbiamente meritato più spazio. Conclusa la breve esibizione della spalla, arriviamo al nucleo della serata. La band americana si prepara per una mezz’ora con cura e poi si lancia in un’esibizione di una settantina di minuti, presentando un paio di pezzi nuovi e altri vecchi. E’ proprio con la novità, Black Dunes che la band inizia le danze, pezzo che si candida già a diventare un classico dei This Will Destroy You: momento appassionante, di giusta durata e sviluppato ottimamente con le tipiche dinamiche soft-loud. Altro pezzo nuovo è Communal Blood, per il resto la band texana prende una traccia dall’ep Young Mountain (There Are Some Remedies Worse Than Disease) e il resto dall’album omonimo, per una resa live davvero superlativa. Come intermezzo, ci lasciano dei lunghi momenti drone, che a volte poi riescono in una sorta di canzone vera e propria, ma normalmente lasciati solo abbozzati. Non sappiamo ancora, poi, se questi pezzi andranno a far parte del nuovo album o, più probabilmente, rimarranno solo come piccoli arricchimenti live. Qualche problema tecnico alla batteria non impedisce al pubblico di partecipare (cosa, ahimè, non proprio facile in questo tipo di concerto), battendo le mani e divertendosi. La band esce dopo otto pezzi senza dire una parola e rientra per concludere, dopo aver ricordato brevemente a tutti di comprare cd e t-shirt, con un’emozionante Threads. Insomma, la capitale ha riservato un’accoglienza sicuramente calorosa ai This Will Destroy You, che non hanno minimamente deluso le aspettative, con un set emozionante e poetico, ma senza dimenticare una certa dose di muscoli. Un ringraziamento a l’Init e a Gaetano per l’ospitalità.