@ Circolo Degli Artisti, Roma – 4/10/2011
Di Damiano Gerli
Confesso che Sondre Lerche è un artista che mi ha sempre affascinato. Non tanto perché l’abbia mai trovato particolarmente vicino alla mia sensibilità, o perché abbia accompagnato gli anni della mia adolescenza, ma ha sempre evocato in me un particolare senso di rispetto. Quel tipo di muto rispetto che normalmente regalo solo a chi percepisco come davvero talentuoso, qualcuno che non necessita certo di inutili esibizionismi.
Dopo avergli dato buca anni fa, finalmente ho colto la gradita occasione per vederlo live al Circolo degli Artisti a Roma, accompagnato dai connazionali Young Dreams, nella prima effettiva tappa del tour per promuovere il nuovo album.
La band norvegese è dunque la prima a salire sul palco, poco dopo le nove di sera, e bisogna dire che c’è una discreta attesa tra il pubblico, nonostante sia la prima volta che i giovani mettono il naso al di fuori delle fredde lande norvegesi. La loro proposta si sostanzia in un indie rock piuttosto ben suonato, anche variegato in quanto a strumenti, ma che non mi ha lasciato particolarmente convinto del loro meritarsi un altro ascolto. Mi è sfuggito poi perché tutta questa attesa per una band comunque che s’ha da fare e che, mi pare, non avesse avuto tutta questa grande visibilità mediatica. Solo in seguito mi son reso conto che il pubblico era composto in gran parte da bionde e biondi, piuttosto alti… insomma, ho finito col rispondermi da solo.
Verso le dieci e mezza finalmente sale l’allegro Sondre, senza tanta fanfara, vestito in maniera molto semplice. Il nostro è in grande forma, si nota subito con una partenza allegra e con una grandissima voglia di conversare col suo pubblico e raccontare aneddoti. Tra cui ricordo la storia intorno a Coliseum Town, canzone scritta sulla prima sbronza della sua vita avvenuta, naturalmente, proprio a Roma. L’artista norvegese si è più volte assicurato che tutti andassero a casa contenti, raccogliendo quante più richieste possibile, accontentando perfino il sottoscritto con l’antica Sleep on needles, con cui inizialmente lo conobbi tanto tempo fa.
A parte accontentare tutti con i vecchi pezzi, compresa una versione bella muscolare di Two Way Monologue, sono stati presentati i nuovi singoli dell’ultimo album, tra cui la trascinante Private Caller, servita da un bel falsetto nel ritornello, e la splendida Go right ahead. Da sottolineare anche qualche chicca proprio per il suo adorato pubblico romano, come la notevole I Can’t Let You Go.
Insomma Sondre si è presentato sicuro dei suoi mezzi, con nessuna intenzione di dimostrarsi superiore a chicchessia, ma solo di divertire e far passare una bella serata a tutti. Cosa riuscita perfettamente, tra bei pezzi classici suonati con vigore, qualche rarità e curiosi aneddoti. Bravo!