CORPOC Intervista

 

 

 

 

 

 

Quattro Chiacchiere Digitali con i titolari dell’etichetta discografica e studio di serigrafia CORPOC.

Di Marco Paolucci

uccio12@hotmail.com

04/07/2013: Nuova puntata di Quattro Chiacchiere Digitali con i titolari dell’etichetta e studio di serigrafia italiana con sede a Bergamo, CORPOC. La voglia di scambiare le consuete è venuta dalla visione e ascolto delle loro produzioni, tra cantautorato low-fi e hip hop deviato, momento che si è pensato di approfondire con uno dei titolari del progetto Francesco, subito disponibilissimo ad approfondire i fatti salienti della loro storia. Come sempre a voi i risultati:

 

Come è nata l’etichetta discografica e come è nato lo studio di serigrafia? Chi è nato prima?

Diciamo che l’ ”etichetta discografica” è una delle declinazioni del laboratorio di serigrafia che risponde al nome di CORPOC. Ne è di fatto una deriva naturale, perfettamente integrata al resto, non un compartimento stagno impermeabile a tutto. Chiaramente non è l’unica nostra attività: oltre alla musica, le nostre produzioni interessano anche l’illustrazione in senso esteso e la stampa su supporti di varia entità (t-shirt, poster, lastre, ecc.); ci occupiamo inoltre di workshop itineranti e ovviamente di stampa su commissione. La nascita del laboratorio risale all’attività serigrafica di Andrea con l’associazione Gatto Quadrato, poi cresciuta come interesse personale e diventata nel tempo un’attività professionale a tempo pieno. Io mi sono approcciato alla serigrafia tramite Andrea e, sulla base di interessi e visioni comuni, abbiamo poi articolato in maniera crescente anche la sfera delle produzioni musicali e non.

A quali modelli se ci sono stati, si è fatto riferimento sia per l’etichetta che per lo studio di serigrafia?

Ci sono tante realtà discografiche e serigrafiche che stimiamo ma un vero riferimento o un’influenza dominante penso non ci sia mai stata, in nessuno dei due ambiti. Forse perché stiamo sviluppando laboratorio ed etichetta in maniera molto graduale e naturale, senza una pianificazione cerebrale e mirata. Non avevamo aspettative particolari quando è nato il laboratorio e al momento il nostro intento primario rimane quello di sviluppare una realtà che possa reggersi autonomamente e contemporaneamente dare vita a progetti che ci stimolino,

Come scegliete i gruppi e le produzioni, sia a livello di musica che di grafica?

 

Non abbiamo mai concretamente definito delle linee guida tassative. Diciamo che i requisiti primari di una nostra uscita probabilmente sono:

        Incontrare il nostro reciproco interesse ed essere frutto di una collaborazione con un gruppo o un illustratore alla cui base esista stima e apprezzamento 

        Avere una sensatezza produttiva interna

Siamo una realtà piccola e con risorse limitate, per cui dobbiamo valutare attentamente quello che facciamo e come: l’obiettivo è quello di mantenere un equilibrio interno che ci consenta di sviluppare progetti che ci interessano, cercando di realizzarli nel miglior modo possibile ma anche provando a dare continuità al nostro lavoro e quindi, obbligatoriamente, dando anche una quadratura al lato più produttivo e “commerciale”.

Come sono i rapporti con i musicisti?

Partendo dal presupposto che cerchiamo di collaborare con persone con cui esista un rapporto di conoscenza o quanto meno di stima reciproca a livello professionale, difficilmente ci esponiamo a situazioni problematiche. Certamente può capitare che all’interno di una collaborazione si producano elementi di tensione ma nel nostro caso possiamo dirci decisamente soddisfatti di come si sono sviluppate le relazioni umane all’interno della nostra attività produttiva fino ad oggi; forse perché è un aspetto a cui teniamo particolarmente e a cui prestiamo molta attenzione

Cosa pensate delle coproduzioni?

Non abbiamo una posizione dogmatica in tal senso. Se ci è possibile preferiamo sviluppare le nostre produzioni autonomamente: ci piace molto l’idea di seguire i vari aspetti dell’iter produttivo direttamente, dare un contributo concreto a quello che sarà il prodotto finito, sentirlo “nostro” il più possibile al pari del musicista che ha composto i pezzi o dell’illustratore che ha creato la grafica. Limitarci a dare un contributo economico non ci stimola particolarmente: occuparci direttamente della stampa della grafica fa probabilmente nascere in noi l’esigenza di avere un approccio più diretto e coinvolto su tutti i livelli con quello che produciamo. Detto questo, non siamo però a priori contro forme di coproduzione; ci sono situazioni dove sono indispensabili per sostenere economicamente un progetto e altre in cui si creano spontaneamente per rapporti di amicizia o collaborazioni già intercorse.

Quali pensate siano state, analizzando questo primo spaccato di uscite, le vostre produzioni migliori sia a livello di produzione gruppi che di produzioni artistiche serigrafiche? Quali le peggiori?

Puntiamo a migliorare costantemente, per cui, da un punto di vista strettamente tecnico legato alla stampa,  una soddisfazione piena non ci sarà forse mai. Essendo però riusciti a collaborare con gruppi ed artisti che apprezzavamo molto, di fatto non c’è nulla di cui siamo insoddisfatti. Dovendo dare una preferenza unica Andrea indicherebbe probabilmente “Distopi”, il 12” realizzato con gli Uochi Toki. Io metto invece in cima alla lista “La Morte”, forse il progetto  di più difficile fruizione  a cui abbiamo dato vita.

Con chi vorreste collaborare?

L’elenco è sconfinato e soggetto a variazioni quotidiane, spesso irrazionali; tra tutti un sogno nel cassetto comune e abbastanza sentito potrebbero essere i Massimo Volume.

Come vedete la scena musicale italiana?

 

Vive di forti contraddizioni, come è sempre stato. Da un lato sono evidenti problematiche forti di natura produttiva, organizzativa, commerciale ed estendibili ovviamente anche alla qualità e all’originalità delle proposte in circolazione; dall’altro, al di là di tutto ciò, è comunque riscontrabile un certo fermento mai del tutto sopito, che coinvolge gruppi ma anche etichette indipendenti ed operatori del settore. Il discorso è molto complesso ed il rischio di banalizzare è elevatissimo, per cui noi ci limitiamo a provare a proseguire a fare il nostro, al meglio delle nostre possibilità.

Come vedete la scena live italiana?

Organizzando anche concerti assieme ad altri amici come Bergamo Sottosuolo, dal nostro punto di vista possiamo dirci abbastanza fortunati: creare una programmazione live con un’identità e una continuità attualmente è molto difficile ovunque; noi abbiamo trovato risposte positive e supporto fattivo da locali e spazi ed un riscontro di pubblico che ci consentono di proseguire. Purtroppo non sempre è così e spesso l’impegno di chi prova ad organizzare si scontra contro problematiche troppo radicate e di difficile soluzione, amplificate per di più dalla contingenza economica generale.

Progetti futuri?

Abbiamo in uscita quattro t-shirts in collaborazione con Lapis Niger (Napo degli Uochi Toki), Mitja Verbo Bombardieri, Santana Electric Tattoo e Dr. Pira. Sul lato musicale abbiamo recentemente prodotto Zona Mc (cd), Caso (Lp) e Il Garage ermetico (Lp+cd), per cui al momento prendiamo fiato e riprenderemo a settembre: per ora c’è in cantiere una collaborazione con i Bachi da pietra e altre da definire.

 

 

 

 

 

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