Uscito originariamente nel lontano 1982 per la ‘1750 Arch records’ questo Ethnic fusion trova nuova vita oggi grazie alla ristampa effettuata dalla newyorkese ‘Mutablemusic’. Anima e mente principale di tutta l’opera è il percussionista e compositore Big Black, che per l’occasione è accompagnato dal chittarrista Anthony Wheaton. Suoni e ritmi che facilmente rincorrono e rimandano alla lontana Africa disegnano un lavoro dai toni marcatamente esotici e sottilmente mediterranei. Apre China lake catapultandoci improvvisamente su di una calda spiaggia brasiliana. Al contrario Pavan è introdotta dalle note dolenti e malinconiche della chitarra di Wheaton bruscamente interrotte dalle percussioni semi ossessive del Big. Con Jigs ci si può confondere con qualche lontana e dimenticata ballata medioevale inglese. Percussioni in loop delicatamente ostiche giocano con i suoni quasi flamenco delle sei corde in Afro Cuban lullaby. Arrivati a questo punto la sensazione è quella di un disco suonato bene e con cuore ma a mio parere poco eccentrico e leggermente ripetitivo. Solo la conclusiva Trinidad saprà sollevare bene gli umori grazie all’ atmosfera desertica e aperta, che ricorda gli avvolgenti suoni di Ry Cooder in Paris-Texas.
Per gli amanti delle tradizioni.
Voto: 6
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