Hope Sandoval & the Warm Inventions ‘Bavarian Fruit Bread’

(Rough Trade 2001)

Dopo sei anni di latitanza, i Mazzy Star continuano a non tornare. Ma dato che la speranza è l’ultima a morire, compare la bella Hope con il suo debutto solista, che poi tanto solista non è, visto che al posto di David Roback (l’altra metà dei Mazzy Star) ritroviamo Colm O Ciosoig, o come preferisce farsi chiamare lui: the Warm Inventions, intento a picchiare i tamburi ai tempi dei My Bloody Valentine. Cambiano i collaboratori dunque, ma non cambia la formula, e soprattutto non cambia la qualità (alta) delle tenere canzoni di Hope. Non immaginate niente di diverso dalle cose fatte con il gruppo di provenienza, lo stile è sempre quello: folk narcolettico e profondamente intimista. L’unica differenza forse sta nella maggiore accentuazione in direzione di una certa laconicità e evanescenza. Atmosfere uggiose e malinconiche non lontane dalla depressione di Nick Drake, né tantomeno dalla poetica di Leonard Cohen. Composizioni severe, scarne che vivono di pochi suoni. Il più delle volte si tratta solo di una chitarra acustica (pizzicata più che suonata), talvolta accompagnata da un organo, o da un violino, o da uno xilofono. Su tutto fluttua la voce della ragazza, più eterea e sussurrata che mai. Non che avesse mai avuto bisogno di urlare per farsi apprezzare, ma qui la proverbiale flemma della Sandoval raggiunge livelli mastodontici. Ne è esempio concreto la conclusiva ghost track: sette splendidi minuti di ineffabilità e immobilità. Ma tutto l’album vive di canzoni pregiate che sanno arrivare delicatamente al cuore. La bellezza di Suzanne (un originale, non una cover di Cohen!), una ninna nanna che sembra uscire da un carillon, è li che lo testimonia. Del resto le potenzialità fascinatrici/ammaliatrici sono ben note a tutti, anche a gente lontana anni luce come i Chemical Brothers, che astutamente, l’hanno chiamata per il loro “Surrender”. Ad essere meno noto era il talento di Ciosoig, buon polistrumentista ma anche altrettanto bravo negli arrangiamenti. Dopotutto un passato in My Bloody Valentine è pur sempre una garanzia…

Voto: 8

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