Kev Hopper ‘Saurus’

(Drag City/Wide 2002)

Il precedente “Wishsperings Foils” destò in me non la curiosità dei territori esplorati, ma ciò che Kev Hopper -dagli albori con gli Stump e Ticklish, fino alla recente svolta solistica- proponeva come proprio strumento, sua metà e sua simbiosi per sfoggiare all’esterno la propria verve: ‘una sega’. Un semplice strumento arcaico che viene suonato al pari di un violoncello dell’ottocento, pizzicato come uno Stradivari dispettoso avvolto dal buon umore. Il suono emanato da Hopper con l’insolito arnese non è un sibilo spoglio di variazioni o dai timbri omogenei come può far indurre. A me fa venire in mente un suono emanato da paesaggi sottomarini (quando oscilla ondulatamene), in alcuni casi un fruscio di vento che scuote le foglie in autunno, sporadicamente uno strumento congeniato su misura per celebrare la festa di Halloween, ma anche l’unico compagno di svago per un uomo sperduto su un’isola deserta.
La musica è una funivia diretta in membrane di ludica exotica, impalpabili assaggi elettronici elaborati di domenica mattina appena aperti gli occhi, corde arpeggiate con malinconia e sospensioni vocali decisamente fugaci (femminili…come se no).
“Saurus”, il nuovo ep (sempre su “Drag City”), vede contribuire le sei corde di Sean O’Hagan e la voce di Kelsey Michael a richiamare surreali visioni autunnali (a me viene da pensare al Badalamenti di “Straight Story”) nella serra di Tiny Flowers o nell’argilla amalgamata da scenette folk in combutta con easy soundtracks cinematografiche, a tratti eccessivamente maliziose, di Dust Clouds.
Adagiandosi sulla poltrona, la melodia sfoglia pagine di copione, tra il classico (la segoviana rimembranza di Iron Filings), il notturno (SoulKeepers), marimbe infantili e vignette esotico-orientaleggianti (The Fairy Lawn).
Un certo odore di troppa perfezione e ordine contribuisce a non far oltrepassare “Saurus” la sufficienza.
Troppe ciliegina sulla torta potrebbero incominciare a seccare se, da qui al futuro, diventassero un alone costante di questo bizzarro strumentista.
Auguriamoci di no.

Voto: 6

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