(Le Disques Du Solei Et De L’Acier 2003)
La leggenda narra che il tutto nasce da Rocket Matsu, appassionato e seguace di Pascal Comelade che, dopo che il suo idolo aveva suonato un set a Tokyo, gli si avvicina e gli dà una cassetta dicendogli che quella era la musica del suo gruppo, per scomparire nelle nebbie della città.
Da qui il nome Pascals che iniza la sua avventura con un primo album omonimo accolto molto bene dalla critica francese. La loro musica è descritta come un incrocio non voluto tra, naturalmente, la Pascal Comelade Bel Canto Orchestra e la Simon Jeffes Penguin Cafè Orchestra, il tutto spruzzato con commistioni di Eno, vedi la cover di ‘By The River’ e Nino Rota con ‘Amarcord’ e Henry Mancini da cui riprendono ‘Moon River’. Il lavoro è espresso in chiave squisitamente giapponese come appunto solo un giapponese sa fare. Dato che è andata bene una volta perché non tentare con una seconda? Ma si, hanno pensato i Pascals; e allora ecco il loro secondo album intitolato questa volta “Abiento”. Questa mega orchestra di sedici elementi si dipana nell’opera summenzionata tra composizioni strumentali, bandisticheggiamenti di qua e di là, chissà come finirà; oppure si diverte a passare in rassegna generi più o meno seri come la polka, il walzer, le melanconiche ballate al chiaro di fisarmonica e le canzoni poppeggianti e ridicolmente divertenti. Senza troppi ripensamenti e con perizia/abilità tecnica snocciolano melodie e spingono alla danza, alla rientranza, divertono e fanno divertire, specialmente, chi li ascolta e chi vuole spazzare via in due salti la noia e la malinconia. Mi pare di aver detto tutto. Musica
Voto: 7
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