Paul Chain – Johar ‘Split’


(Quasar Records 2002)

Uuuuuuaaaaarrrggghhh!!!
Che è?
Il nuovo cd di Paul Chain!!
Ah… cazzo, m’hai fatto prendere uno spavento… ffff!! E uhmmm…
Da qua!!
E i Johar? E chi so sto gruppo qua? Mah… fammi sentire va!
Paul Chain, Paul Chain… Paul Chain. Ah si!
Beh? Lo butti su o no?
Quello dei Death SS (porc…urgh.. cazz… lascia stare la tastier…bast..lasc… guarda che ti colpisc… ti… colp… …. te l’avevo detto!), uff si si i Death SS. Ricordo ricordo… che ricordo? Vaghi vaghi ricordi, racconti, leggende…
Ué ma che leggo qua? Paul Chain anche nei primi due album Boohoos (garage band italiana fika!), ma senti senti. E dai. Dai.
Mmmmhhh sti Johar però. Mmmmmhhh!!!
Forse nessuno li aveva avvertiti della mia, lievissima, avversione ai Jethro Tull. Beh.. mica che siano inascoltabili, da tutti. Sono inascoltabili per me!
Un onesto progressive con aperture un pò ovunque (beh considerando un certo spettro possibilista sonoro), verso certo sound californiano 60s (brrrr non voglio far nomi), fusion e padronanza progressive dispensata con parsimonia senza aggredire, ne impegnare più di tanto l’ascoltatore. Accelerazioni non si sa per dove appaiono e scompaiono.Parole dispensate qua e la ogni tanto per il gusto di far incazzare (me!).
Vabè, butta su Paul Chain.!
Ma.. devi ancora…
Ho detto butta su Paul!!
E vabbè ma almeno finiam…
O porcod.. mannaggial…puttanacc… succhiaca…sorell… tuo frat…aaaaahhh
E vabbè, ecco ecco. Cazzo di bisogno c’è di tirare sempre in ballo religione e famiglia? Ecco! Ec-co.
Oh!
Uhm. Beh dai. Oh, non è malaccio.
Un brodone space rock ben dilatato, contaminato e fuori tempo massimo. Purtroppo adoro le cose fuori tempo massimo. Giusto giusto un pizzichino di riff metallico che non intacca il valore (non lo intacca?). Ai tempi di Loop e Spacemen 3 non ci sarebbe dispiaciuta sta roba. Una voce che ogni tanto spara qualche acuto che mi fa accapponare la pelle (mi rivengono in mente certe copertine con scritto Fates Warning e Omen sopra… porc… ari-brrrr), ma ci potrebbe stare (la lista dei mondi possibili è infinita). Violino e flauto ben appostati, hammond pure. Cazzo devo dire? Niente di speciale, ma si fa’ascoltare anche (a tratti) piacevolmente.
Due pezzi lunghi (13-15 min) ma che si riesce ad ascoltare ed un finale con schitarramenti acoustic-indie synth, flutes e voce sotto controllo. Ballad? La voce che si perde verso la fine, ma fortunatamente il cd è graffiato e non riesco a sentire bene.
Aoh!! Per gli appassionati, per chi è in cerca di dilatazioni space rock apprezzabili, per chi è appena uscito dal riformatorio ed è in cerca di una direzione da infilare gambe in spalla, per chi ha perso la verginità da poche ore, per chi…unque, compratelo!
Può valer la pena.
Anzi dirò di più, potrà essere una sorta di ancora di salvezza (con tanto ciarpame che va girando e che viene spacciato…. per non so bene cosa).
Ma si, ma che vi frega?!!
Per me… è ok. E’ ok! Ok no?
Eh? Si si!! Qual’era quel pezzo che…
….
Leva sto cazzo di cd!

Voto: 4

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