(Mego/Demos 2002)
Chi gradisce Tony Conrad o Merzbow in questo nuovo lavoro del chitarrista
di Chicago potrà trovare pane per i propri denti affilati. La massa sonora
violenta ed elettrica che si adagia sul tutto è notevolmente convincente
in virtù di una serie di scelte tonali che non si scostano mai più
di tanto dal verbo noise più forsennato.
Ma bisogna riconoscere la potente carica evocativa presente in queste musiche
terribili, bisogna essere in grado di accettarne il corpo come forse più
logico ed attuale proseguio del lavoro di minimalisti storici come appunto Conrad
o Riley, bisogna saper ingoiare questi bocconi di filo spinato fino
alla fine per poter esprimere un giudizio compiuto. Sembra assurdo ascoltando
un disco del genere trovarvi connessioni in altri materiali più e più
calmi ed accessibili eppure proprio di ambient stiamo parlando; scura
come pece sia chiaro ma assolutamente vitale come poche altre proposte. I battiti
che aprono l’opera sanno di scherzo al napalm eppure non vi è inizio migliore,
la trance immane di ‘Turning Point‘ ce lo rende palese, ‘The Inferno‘
è un corpo unico con il titolo ma la conclusiva ‘Cloudy‘ ci rammenta
che l’artista in questione è tosto come pochi e la versatilità è
pane quotidiano nella sua dieta. Assolutamente da ascoltare a volume alto per
poterne apprezzare in pieno gli urticanti passaggi, bisogna sentir tremare i mobili
e forse l’anima per cavarne fuori qualcosa.
Insetti giganteschi che producono caos liberatorio ed assolutamente cangiante
che chi ha dimestichezza con ben più vecchi materiali di scuola industrial
non potrà non salutare con benevolenza. Non credo di dire un’eresia affermando
che lo spirito di Lamonte Young è ad un battito di ciglia da questi
suoni torturanti, il materiale di base è lo stesso; varia soltanto la lente
di osservazione.
Questo lavoro poi alla fine ci parla di vita, delle nostre vite, ed anche dei
cambiamenti che risiedono nella staticità. Il movimento talvolta non è
tutto.
Queste poche note ripetitive e dolorose sembrano sputate fuori da una qualche
divinità incazzata eppure incapace di far del male a qualsiasi essere vivente.
Ci piace perchè nonostante la pellicola dolorosa è forgiato nel
brulicare incessante dell’esistenza.
Voto: 8
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